Un giovane di Torino si è trovato a dover andare in comunità a causa dei bulli che gli tormentavano la vita. La situazione estrema, però, era proprio in casa sua
Il bullismo è uno dei cancri della società e colpisce in particolar modo i bambini e i ragazzi. Difetti, fragilità e differenze vengono spesso letti come motivi di schernimento da parte di chi, per farsi forte, deride chi li possiede: se spesso i bulli sono in classe o al parco, per questo sedicenne torinese erano invece in casa sua.
Sia che sia solo verbale oppure anche fisico, il bullismo è una triste realtà con cui si deve fare i conti, in determinati ambienti sociali. Se anche chi lo fa dimostra una certa fragilità celata dietro all’apparente faccia tosta, chi lo subisce è la vera vittima: certe ferite non si rimarginano mai, nemmeno dopo tanti anni. A Torino, un sedicenne ha dovuto lasciare la propria famiglia a causa del bullismo subito tra le mura di casa: ecco la sua storia.
Ragazzo fluido preso in giro dal padre
L’età della preadolescenza e dell’adolescenza è molto delicata. Proprio in questo periodo, infatti, l’individuo passa da una fase di fanciullezza a una fase adulta e forma sé stesso, rafforzando la propria identità e il proprio modo di essere. Questo ragazzo torinese di 16 anni, per esempio, all’età di 13 anni ha iniziato a sentirsi qualcosa di più di un semplice maschio. Sui fogli dei quaderni scrive di sé e inizia a percepirsi come fluido: gli piacciono gli abiti da donna, è attratto dai maschi e non si sente appartenere ad alcuna categoria.
Dal 2020, però, suo padre non accetta assolutamente questo modo di essere del figlio. “Un maschio che fa cose da maschio e si veste da maschio“, lui vorrebbe. Per questo lo costringe ad iscriversi a un corso di boxe, per renderlo virile. A suo dire, gli abiti femminili del figlio sono un’umiliazione per lui e per la sua famiglia, così come le sue unghie colorate. “Il tuo corpo fa schifo, abbassati i pantaloni e dimostrami che sei un uomo vero” gli dice quotidianamente.
Il ragazzo, esausto da tali maltrattamenti, ne parla con la psicologa della scuola, che fa una segnalazione alla Procura. Il padre, quindi, subisce una formale accusa di maltrattamenti e la madre, per non essersi opposta, finisce sotto indagine con il marito. Carlo, che oggi ha 16 anni, si trova in comunità. I suoi genitori provano a difendersi dicendo che temevano venisse bullizzato: secondo la Procura, però, i bulli di Carlo erano proprio loro due.