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Messina Denaro, ecco come è stato catturato | Parla il colonnello dei Ros

La cattura di Messina Denaro è stata una vittoria per tutti gli italiani. Il colonnello dei Ros svela tutte le operazioni che sono state eseguite: ecco le sue parole

Dopo una latitanza durata più di trent’anni, anche l’ultimo degli stragisti è stato catturato. Matteo Messina Denaro, coinvolto in prima persona nelle morti di Falcone, Borsellino e del piccolo Di Matteo, si trova ora in carcere nelle Marche, sotto il regime di 41 bis.

La cattura di Messina Denaro fuori dalla clinica (periodicoitaliano.it)

L’operazione che ha portato alla sua cattura è stata lunga e articolata e, sebbene il Boss si nascondesse proprio nella sua terra natia, oggi le autorità stanno cercando di stabilire la rete di amicizie e di connivenze che gli hanno permesso di rimanere così a lungo senza essere riconosciuto ed arrestato.

Il colonnello dei Ros, Lucio Arcidiacono, si è aperto ai microfoni di Fanpage.it e ha parlato di quei tesissimi momenti che hanno portato alla sua cattura.

La cattura del Boss: “Disorienta e spaventa”

Dopo la cattura di Messina Denaro, le autorità si attivate per scovare tutti i suoi bunker segreti. Al momento ne sono stati scoperti due, tutti nel giro di pochi metri uno dall’altro, nel paese di Campobello di Mazara. Qui i Ros hanno rinvenuto gioielli, denaro e molti altri beni, tutti confiscati. Il colonnello Arcidiacono l’ha definito un luogo non abitabile: “Vogliamo capire chi possa averlo frequentato, siamo a caccia di tracce biologiche che possano anche aiutarci a ricostruire la rete di aiutanti“.

Messina Denaro, il trasferimento in carcere nelle Marche (periodicoitaliano.it)

Nel frattempo, i Ros continuano a indagare sulla sua latitanza: l’obiettivo è quello di ricostruire la rete di aiutanti che, per trent’anni, gli ha permesso di sfuggire alla giustizia. “Noi abbiamo agito con il solo scopo di fermarlo. Ci abbiamo lavorato per anni e poi per settimane” ha riferito Arcidiacono. I Ros, infatti, si son trovati davanti una persona molto diversa dal classico stereotipo del Boss: “Fa paura: sai di avere davanti uno stragista ma si presenta come una persona pacata che parla italiano“.

È proprio il suo aspetto anonimo ciò che avrebbe potuto aiutarlo, durante questi anni di latitanza. “Abbiamo catturato Messina Denaro con una maglia di cinturazione importante. Un sistema che ci ha premiato“, continua Arcidiacono, “…e che alla lunga può portarci a individuare altri punti sensibili“. Al momento, quindi, le autorità stanno lavorando sullo stabilire le principali relazioni del Boss: sotto indagine sono Giovanni Luppino, l’autista; Andrea Bonafede, il prestanome e i due medici che l’hanno curato per il suo cancro.

Giulia Belotti

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