Tremenda storia quella che arriva da un paese della Sardegna. Dopo le accuse ricevute via social, il trentenne si toglie la vita: ecco cos’è successo
I social network sono oggi strumenti di cui non potremmo più fare a meno. Comodi passatempo per quando non si sa cosa fare, sono anche utili per conoscere nuove persone e rafforzare i legami con persone dalle quali si è distanti, ad esempio.
D’altro canto, però, il potersi celare dietro a un’identità anche falsa, dà a molte persone il coraggio e la sfacciataggine di scrivere cose che mai si direbbero, nella realtà quotidiana. Insulti, prese in giro e accuse infamanti sono infatti uno dei problemi dei social.
In Sardegna, un uomo di soli 30 anni, si è tolto la vita proprio in seguito alle accuse ricevute dai suoi compaesani via social. Ecco cos’è successo e cosa succederà ora.
La triste vicenda è accaduta a Guspini, un paese del Sud Sardegna. Qui, un uomo di 30 anni ha vissuto un vero e proprio linciaggio mediatico: sui social network non si contavano le accuse nei suoi confronti. Online e offline, sulle chat ma anche nei bar del paese, si diceva che avesse molestato due bambini di 7 e 11 anni in una strada della periferia di Guspini. Il padre dei due minori si era infatti rivolto alle autorità giudiziarie della zona per denunciare il fatto ma, ancora prima che l’identità del colpevole fosse confermata, online si era già diffusa la voce e per il 30enne sono iniziate ad arrivare minacce e critiche, da ogni parte.
Il tutto è accaduto in una giornata, scandita dai post su Facebook di accuse e critiche. Il padre dei due bambini ha raccontato che i suoi figli sono stati avvicinati da un uomo, mentre facevano una passeggiata: inseguiti a bordo di un’auto, di cui è stata data alle autorità precisa descrizione, son stati poi raggiunti dall’uomo, che sembra si sia spogliato davanti a loro.
Dopo la descrizione data alle autorità, l’identikit dell’uomo si è diffuso in tutto il paese e sui social ha iniziato a diffondersi una fotografia della sua auto, condita da messaggi di odio e di disprezzo. Nonostante, prima di commettere il tremendo gesto, abbia inviato un messaggio alla madre in cui spiegava ciò che stava per fare, niente e nessuno è riuscito a salvarlo: poco fuori dal centro del paese, è stato trovato privo di vita. Oggi, il cellulare dell’uomo è sotto sequestro con l’obiettivo di capire se le accuse avessero un reale fondamento, mentre diverse persone son già state ascoltate dagli agenti: la Procura di Cagliari, inoltre, sta cercando di capire se ci sono gli estremi per aprire un’inchiesta di istigazione al suicidio.
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