L’ex Milan perde la pazienza sugli spalti dopo una provocazione e aggredisce un tifoso, adesso rischia una denuncia.
La stagione calcistica del Padova non sta andando come la tifoseria e l’ambiente tutto si sarebbe aspettato ad inizio campionato. Negli ultimi due campionati la formazione veneta ha sfiorato la promozione in Serie B, ottenendo un pass prioritario nei playoff con il secondo posto nel proprio girone di appartenenza. Attualmente la Serie C è strutturata in modo tale che solo la prima di ogni girone ottiene la promozione diretta, mentre le altre si giocano il posto rimanente in una serie di scontri diretti che potrebbero veder premiata anche una formazione dal minor valore tecnico ma con una migliore condizione atletica o un agonismo più spiccato.
L’obbiettivo di inizio anno, dunque, era quello di ottenere il primo posto in classifica per conquistare la promozione diretta o, nella peggiore delle ipotesi, qualificarsi ai playoff e tentare per il terzo anno consecutivo la scalata alla Serie B a campionato concluso. Purtroppo, però, i risultati altalenanti hanno portato ad una situazione di classifica deficitaria. Il Padova al momento si trova all’undicesimo posto, ad un punto dall’ultimo posto utile per la qualificazione ai Playoff di quest’anno.
Anche in caso di raggiungimento della decima casella, il Padova dovrebbe affrontare tre turni di playoff prima di accedere alla final four, quindi giocare in tutto 5 partite da dentro o fuori e vincerle tutte per ottenere l’ultimo posto utile per la promozione in Serie B. Una situazione complicata, che ha creato molto malcontento nella tifoseria veneta.
Sabato è andato in scena lo scontro casalingo contro la Juventus Under 23 e il Padova non è riuscito a vincere nonostante l’iniziale vantaggio di Liguori. La formazione torinese, composta da soli ragazzi appena diventati professionisti, ha raggiunto il pareggio al 47′ e da quel momento i padroni di casa non sono riusciti a creare situazioni realmente pericolose per riportarsi in vantaggio.
A fine incontro un tifoso padovano infuriato se l’è presa con il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, ritenuto da molti come il principale colpevole di questa situazione. Quando ha visto il dirigente, il furente tifoso gli ha detto: “Ma che squadra di me*** hai fatto?“. Il DS non ci ha visto più ed ha risposto tirandogli un pugno in faccia. Secondo quanto riferito dai testimoni presenti in tribuna, Mirabelli è stato portato via da uno steward che ha evitato conseguenze peggiori. Pare inoltre che il tifoso sia intenzionato a sporgere denuncia.
Probabilmente molti di voi non si ricorderanno chi è Massimiliano Mirabelli, ma di certo non se lo sono dimenticato i tifosi del Milan. Era l’estate del 2017 quando i rossoneri furno ceduti da Berlusconi al misterioso proprietario cinese Yonghong Li. Dopo il passaggio di proprietà, il posto di Adriano Galliani venne preso da Fassone e Mirabelli, ai quali venne dato il compito di fare una campagna acquisti sontuosa per risollevare le sorti dei rossoneri.
In quell’estate vennero spesi 243 milioni di euro per rafforzare la rosa in ogni reparto. Idealmente la campagna acquisti sembrava di buon livello, visto che arrivarono giovani di talento come Conti, Kessie, Cahlanoglu e André Silva e giocatori d’esperienza come Bonucci, Biglia, Musacchio e Rodriguez. Era evidente già allora che questi calciatori non avrebbero colmato il gap esistente tra il Milan e le big del campionato, ma poteva essere un punto di partenza.
La campagna acquisti invece si rivelò un completo disastro. Conti si è infortunato dopo poche partite e non è mai più tornato quello dell’Atalanta, André Silva – dopo un avvio sprint in Europa League – è rimasto un oggetto misterioso, Cahlanoglu l’ombra del calciatore ammirato al Bayer Leverkusen, Bonucci ha fatto la peggiore stagione della sua carriera ed è tornato alla Juve dopo un anno, Rodriguez si è rivelato un esterno dal piede discreto ma difensivamente inguardabile e tatticamente inadatto al calcio italiano, Biglia un calciatore ormai alla fine del suo ciclo.
L’unico a salvarsi in quella prima annata è stato Frank Kessie, divenuto poi il cardine della squadra sino alla conquista dello scudetto dello scorso anno. Col tempo anche Cahlanoglu si era dimostrato più che valido – salvo poi tradire la causa passando a parametro zero all’Inter – ma tutti gli altri sono state solo figure di passaggio a Milanello.
Ciò che certifica il fallimento di quella campagna acquisti faraonica è il bilancio a 5 anni di distanza. Nessuno dei calciatori acquistati da Fassone e Mirabelli è rimasto nel Milan di oggi. Ma ciò che impressiona è il fatto che tutti quei calciatori si sono svalutati, al punto da costringere la società a svenderli. Gli unici due in grado di affermarsi, Kessie e Cahlanoglu, hanno invece deciso di non rinnovare il contratto e andarsene a parametro zero.
Articolo di Fabio Scapellato
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