L’inverno è stato, per il momento, decisamente mite ma i primi freddi portano con sé anche potenziali rischi legati ai metodi impiegati per riscaldarsi. Ecco una vicenda che è finita malissimo
L’inverno 2022-2023 verrà certamente ricordato come uno dei più caldo da molti anni a questa parte, anche se stando alle previsioni meteorologiche, ad ormai gennaio avanzato dovrebbe finalmente entrare nel vivo. Questo ha consentito di ridurre ampiamente l’impiego dei caloriferi in casa, una boccata d’ossigeno considerate le tariffe più che quadruplicate rispetto agli anni passati in conseguenza delle congiunture economiche derivanti dal conflitto bellico in Ucraina.
Nonostante questo c’è chi tende, quando possibile, ad evitarne l’utilizzo preferendo sistemi alternativi meno costosi proprio per evitare bollette comunque insostenibili. O chi risiede in abitazioni sprovviste di riscaldamento con caldaia e utilizza stufe o ‘rimedi alternativi’ che producano calore. È il caso di una famiglia di Montecchio Emilia, nel Reggiano, che ha rischiato di perdere la vita per un’imprudenza legata ad un metodo ‘artigianale’ da loro stessi realizzato per riscaldarsi durante la notte. I tre hanno, dal momento che la loro stufa era rotta, utilizzato un barbecue per scaldarsi ma poche ore dopo si sono ritrovati tutti in ospedale.
Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine i fatti sarebbero avvenuti verso le 4.30 della notte in un’abitazione ubicata in via Rossini: un chiaro incidente domestico, gli indizi lo confermano, avvenuto poiché la stufa a pellet impiegata come fonte di riscaldamento era rotta. Per tale motivo sono stati fatti bruciare dei carboni su un barbecue acceso e, le esalazioni di monossido di carbonio hanno portato uno degli occupanti ad accusare un malore; si tratta di un 72enne che vive in quella casa insieme alla moglie di 68 anni e al figlio 41enne. Sul posto sono intervenute, dopo l’allarme lanciato al 118, ambulanze e i carabinieri della locale stazione insieme ai vigili del fuoco di Reggio Emilia.
Ma l’incidente non ha interessato solo una famiglia: le esalazioni hanno infatti raggiunto anche il piano superiore nel cui appartamento vivono due persone, marito e moglie di 32 anni. Anche loro sono stati soccorsi dal personale sanitario per poi essere portati in ospedale; non sarebbero in gravi condizioni stando a quanto accertato dai medici.
Un altro caso simile nelle stesse ore è avvenuto ad Artogne, in provincia di Brescia. Anche in questo caso il monossido stava, progressivamente, saturando gli ambienti di casa ma l’uomo che vive nell’abitazione è riuscito a rendersi conto del fatto che il suo malessere avesse qualcosa di poco chiaro e ha allertato per tempo i soccorsi.
Poco dopo ha perso i sensi ma in via 4 Novembre stavano già arrivando i soccorritori insieme ai vigili del fuoco. Anche per lui è scattato l’immediato ricovero in ospedale, fortunatamente in condizioni non serie.
Articolo di Daniele Orlandi
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