Dopo un litigio col fidanzato, Miriam ha deciso di tornare a casa piedi, ma è stata uccisa nella notte da un conducente ubriaco.
Essere al posto sbagliato, nel momento sbagliato. Questo è stato il destino di Miriam Ciobanu, giovane ragazza di 22 anni che nella notte di Halloween, alle 04.30 del mattino, a Pieve del Grappa è stata investita da un conducente ubriaco. Lo schianto e il boato sono stati così forti, che è apparso chiaro sin da subito a tutti i testimoni presenti che per la 22enne non c’era nulla da fare.
Come riportato dal ‘Corriere della Sera’, il ragazzo alla guida, Alessandro Giovanardi, avrebbe ripetuto più volte agli inquirenti di essersi trovato Miriam davanti all’improvviso, l’impatto tra i due, quindi, sarebbe stato inevitabile. Eppure, il 23enne aveva nel sangue un tasso alcolemico di 1,5, il triplo rispetto a quello consentito per legge. Ma non solo. Secondo i carabinieri, aveva assunto anche stupefacenti.
Miriam si era fermata per comprare le sigarette, da quel momento in poi Tommaso Dal Bello non ha avuto più notizie della sua fidanzata. Lui e suo fratello hanno appreso della sua morte il mattino seguente dai social. La ragazza avrebbe dovuto trascorrere la notte a casa del suo fidanzato, ma a seguito di un litigio, Miriam avrebbe deciso di andarsene a piedi; aveva provato prima a chiamare suo padre, ma stava già riposando.
Stando al racconto di Tommaso e del fratello, lui e Miriam litigavano spesso, tanto che non era la prima volta che la ragazza tornava a casa a piedi da sola, anche di notte. I due fratelli quella sera avrebbero cercato di fermarla, ma Miriam voleva tornare a casa e li aveva invitati ad andarsene via.
“Avevamo litigato, e l’ho seguita in auto insieme a mio fratello”, ha detto Tommaso sempre al Corriere. “Ho provato in tutti i modi a convincerla a restare, l’ho pure seguita in auto assieme a mio fratello, ho insistito perché tornasse indietro”
Il perdono della mamma di Miriam
“Ho tentato di convincere Miriam in tutti i modi a salire in macchina. L’ho seguita per un tratto, poi l’ho persa. Le dicevo che era pericoloso camminare per strada la notte di Halloween con tutta la gente che torna ubriaca dalle feste. Ma non c’è stato verso”, ha raccontato ancora il giovane.
Miriam aveva la passione per i delitti e la cronaca nera, proprio per questo si era iscritta a Psicologia, con l’intenzione poi di proseguire gli studi col corso di criminologia a Padova. Quando non studiava, lavorava la sera come barista in un locale, dove aveva conosciuto il fidanzato un paio di mesi prima. I litigi tra Miriam e Tommaso, però, erano frequenti, al punto da rendere insopportabile alla 22enne l’idea di rimanere lì con lui.
Ma oltre al dolore di Tommaso e di Alessandro, i due ragazzi che inconsapevolmente hanno scritto il destino di Miriam, c’è quello di mamma Adriana che ha commosso tutti. “Perdono chi ha ucciso mia figlia…vivere nell’odio, covando rancore, non riporterebbe indietro la mia “tata”. In fondo quel ragazzo la sua vita se l’è già rovinata con le sue stesse mani”.