La prevenzione in campo tumorale è necessaria ed importante, ma i medici in passato hanno consigliato ad una giovane donna e modella di non fare una mammografia perché troppo giovane.
Una storia che ha davvero dell’incredibile e che ha subito fatto il giro del web, la quale vede come indiscussa protagonista una giovane modella che quando aveva circa 29 anni ha avvertito che nel suo seno ci fosse qualcosa che non andava per il verso giusto. Un nodulo granuloso che ha subito chiesti ai medici di controllare.
La risposta che stata data alla donna è stata quella di non preoccuparsi, trattandosi di un nodulo benigno e per il quale non era necessario procedere con una mammografia per dare una diagnostica precisa in quanto non ce ne fosse bisogno e non solo, dato che si trattava di un esame molto invasivo e per il quale le fosse ancora troppo giovane.
“Troppo giovane per fare la mammografia”
Sono queste le parole che nel lontano 2018 Philecia La’Bounty si è sentita dire da parte dei medici che l’hanno poi tranquillizzata, affermando che il suo problema non fosse poi così grave ma, trascorso un anno, la diagnosi per la giovane donna poi fu ben diversa.
Un anno dopo quel nodulo, che non era benigno, divenne poi un tumore al seno giunto al quarto stadio, il quale richiedeva delle cure specifiche e, soprattutto, immediate.
“Non dovrei soffrire…”
A raccontare la storia a cui facciamo riferimento è stata la stessa Philecia La’Bounty attraverso i suoi canali social, al fine di portare avanti la sua battaglia personale anche contro il pregiudizio medico, dato che non è un’età minima o massima nel quale poter fare un’esame che permetta di mettere in atto una diagnostica precisa.
Nel messaggio pubblicato sui social, Philecia La’Bounty ha così descritto cosa le è successo: “La ragazza a sinistra sta combattendo per la sua vita 8 mesi dopo, programmando interventi chirurgici per rimuovere i suoi organi, le viene detto che non porterà mai un bambino, che tutti sono dispiaciuti, è troppo giovane per affrontare questo. L’ETÀ È SOLO UN NUMERO, al cancro non importa! Non dovrei soffrire, non dovrei essere crivellato da disturbi e ansia, dovrei essere una madre, viaggiare per il mondo, amare la vita e creare un futuro. Lo farò ancora, ma è 10 volte più difficile, è spaventoso, è sconosciuto!”. Infine: “Questo è il motivo per cui sto lottando così duramente per non aiutare a coprire la massima, per diffondere consapevolezza, per salvare quante più persone possibile da questa diagnosi e per ottenere finanziamenti reali per la fase 4 della ricerca”.