Dopo alcuni mesi di silenzio e di ipotesi, arriva una svolta importantissima nel caso Sara Pedri. Si cerca il corpo della giovane ginecologa nel lago di Santa Giustina con un’unità cinofila proveniente dalla Germania.
Su Sara Pedri, la ragazza di 32 anni scomparsa ormai da più di un anno il giorno dopo aver dato le dimissioni presso l’azienda sanitaria di Trento, se ne sono dette davvero di ogni. La speranza di trovarla viva, però, ormai si è affievolita del tutto. Proprio per questo si cerca il corpo da mesi per in parte, lenire il dolore dei genitori che possono così dare una degna sepoltura alla figlia, tormentata in vita.
Lo scorso febbraio, infatti, erano emersi alcuni particolari agghiaccianti sul lavoro massacrante di Sara che era cambiata nel giro di niente, perdendo quella vitalità che invece la contraddistingueva. “Siamo convinti che Sara abbia compiuto un gesto estremo perché abbiamo visto come si era ridotta”, aveva confessato la sorella di Sara, Emanuela, al ‘Corriere della Sera’. “Mia sorella era vittima di mobbing e si era ammalata. Parlava con un filo di voce, non dormiva, non mangiava. Voleva liberarsi da un malessere”.
Così, la giovane ginecologa avrebbe deciso di far perdere le sue tracce, abbandonando la sua auto vicino al ponte di Mostizzolo in val di Sole. Da quel ponte, in tutti questi mesi, si è cercato il corpo di Sara, ma senza successo. Nuove ricerche, però, ora sono in corso nel lago di Santa Giustina e potrebbero finalmente mettere un punto su questa triste vicenda.
Le nuove ricerche nel lago di Santa Giustina per cercare il corpo di Sara
“Sono felice di questa notizia. Sara è lì e deve tornare a casa”, ha commentato la sorella come riportato da ‘La Repubblica’. Emanuela, infatti, non si è mai arresa e spera un giorno di poter finalmente ritrovare il corpo di Sara. Oggi sono riprese nel Trentino le attività di ricerca coadiuvate da specialisti della Germania con le unità cinofile. Si tratta di una ricerca abbastanza lunga e complessa che potrebbe durare fino a martedì 17 ottobre.
Sono passati cinque mesi dalle ultime ricerche nella zona che risalgono allo scorso 28 maggio. Più di 40 persone quel giorno hanno scandagliato il lago per dieci ore consecutive, senza successo. Si spera, quindi, che con le unità cinofile provenienti dalla Germania possa cambiare qualcosa. Ma non solo. A prender parte alle indagini ci sarà anche Bayla, l’unico pastore tedesco del nucleo cifonili di Bologna addestrato per attività di ricerca di questo genere.
Le attività, però, non sono per nulla semplici le acque dell’invaso che è alimentato dal torrente Noce, sono scure e torbide, garantendo una visibilità davvero scarsa quando ancora si è in superficie. Scandagliare quindi il fondo del lago potrebbero richiedere molti più sforzi e tempi del previsto.
Nel frattempo, però, a Trento continua il procedimento giudiziario per i presunti maltrattamenti da parte dell’ex primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara, Saverio Tateo, e della sua vice, Liliana Mereu. Entrambi hanno sempre respinto ogni accusa, ma non solo, hanno dichiarato di non essersi accorti del clima pesante che aleggiava nel reparto.