Continua l’orrore contro le donne in Iran, questa volta a farne le spese è stata una ragazza studentessa di 16 anni.
Suscita orrore, rabbia e tristezza il caso di Asra Panahi, una giovanissima studentessa di 16 anni, morta a causa delle percosse ricevute dalla polizia.
Nel clima di guerra causato dall’uccisione di Mahsa Amini -uccisa dalla polizia iraniana per aver indossato in modo inappropriato il velo obbligatorio- continuano le proteste in tutta la nazione e donne di tutte le età continuano ad essere molestate, picchiate e uccise.
La giovane coinvolta si trovava a scuola, al liceo femminile ‘Shahed’ ad Ardabil, nel nord dell’Iran; un blitz della polizia ha beccato la giovane Asra e le sue compagne di classe, molte picchiate ed incarcerate subito dopo.
Il loro crimine? Essersi rifiutate di cantare l’inno per la ‘Repubblica’ islamica. Molte delle adolescenti sono state ricoverate per le condizioni di salute alla quale sono state ridotte; purtroppo Asra non ce l’ha fatta e anche la famiglia è coinvolta nella menzogna della sua morte.
Le autorità iraniane negano ogni coinvolgimento nel caso mentre lo stesso zio della 16enne ha parlato alla tv di Stato, affermando che la nipote fosse morta per un problema cardiaco congenito.
Secondo l’ong ‘Iran Human Right’, da quel fatidico 20 Settembre sono 215 le donne uccise dalla polizia morale per aver manifestato contro il governo dittatoriale iraniano, 27 di queste erano minorenni, come Nika Shakarami, che quel giorno non aveva ancora compiuto 17 anni e si trovava in piazza a Teheran nella manifestazione in ricordo di Mahsa Amini.
La madre Nasrin ha trovato il coraggio di opporsi alla repressione della polizia morale e ora chiede la verità sulla morte della figlia. Secondo un amico della ragazza, l’ultimo a parlarle, durante il corteo era seguita dalla polizia.
Per diversi giorni si sono perse le tracce della giovane e finalmente la magistratura ha dichiarato che fosse morta a causa di una caduta da un edificio. La madre è convinta che siano state le autorità ad uccidere Nika: “Ho visto io stessa il corpo di mia figlia”, ha detto a Radio Farda.
“La parte posteriore della sua testa mostrava che aveva subito un colpo che le aveva fatto cedere il cranio. È così che è stata uccisa“. Inoltre il corpo -ritrovato dopo 10 giorni dalla scomparsa- è stato rubato dalle forze dell’ordine dall’obitorio nel quale si trovava e seppellito segretamente, per occultarne le prove della violenza.
E ancora freschissimo è il caso di Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che, dopo aver gareggiato in diretta tv senza velo, è scomparsa nel nulla. Ore dopo è stata vista scortata, senza passaporto e cellulare, presso l’ambasciata iraniana di Seoul (Corea del Sud).
Si spera che il suo non diventi l’ennesimo femminicidio del governo iraniano, ma le basi non fanno ben sperare. Sembra che la ragazza sia stata arrestata e condotta presso l’ambasciata per essere poi trasferita al carcere di Revin, a Teheran. L’ennesimo soggetto scomodo per il regime.
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