Dal passato emerge una pista sulla scomparsa di Denise Pipitone, sulla quale il programma ‘Ore 14’ chiede vengano fatti approfondimenti
Ritorna la speranza sul caso di Denise Pipitone, la bimba scomparsa nel 2004 da Mazara del Vallo e mai più ritrovata.
A riproporre una vecchia pista, già battuta anni fa dagli inquirenti, è la trasmissione ‘Ore 14’, che ha lanciato un appello con l’obiettivo di poter recuperare alcune intercettazioni che portano alla famosa pista dei Rom.
Nel corso degli anni il caso di Denise Pipitone ha attanagliato l’Italia intera.
Tantissime le piste percorse da inquirenti e giornalisti, tutte rivelatosi in un nulla di fatto.
Una di queste è quella dei rom, forse quella per la quale vi era una documentazione importantissima: un video realizzato all’epoca della scomparsa da una guardia giurata a Milano.
Nel filmato l’uomo riprese una bimba che parlava in italiano e che veniva chiamata da una donna romani “Danàs”.
Sempre nel 2005, precisamente il 12 aprile, i Carabinieri di Sondrio, come riporta Il Giornale, ricevettero una segnalazione importantissima.
Si trattava di una donna egiziana che riconobbe la bambina in alcune foto mostrategli da una kosovara che ai tempi la aiutava nelle faccende domestiche.
La donna in questione aveva una zia a Bergamo, con la quale viveva una bimba con una cicatrice sulla guancia, la quale dichiarava di non avere la mamma e parlava italiano alla perfezione.
Qualche tempo dopo, la donna di origini egiziane, la collaboratrice domestica e la zia di quest’ultima si recarono ad una festa, ed è lì che i dubbi si alimentarono ulteriormente.
L’egiziana, infatti, non aveva dubbi: la bambina, secondi lei, era proprio Denise, e la donna presente con lei corrispondeva a quella vista nel video della guardia giurata.
Immediato l’intervento dei Carabinieri di Sondrio che irruppero nella festa, nella quale, tuttavia, non trovarono la bambina.
Per la trasmissione ‘Ore 14’, tuttavia, vi sono delle intercettazioni che non furono prese in considerazione a dovere ai tempi in cui fatti avvennero.
Tali intercettazioni non furono sufficientemente approfondite in quanto non si trovò un interprete per tradurre la conversazione in questione.
In un documento, infatti, si legge: “Allo stato attuale si sconoscono le risultanze emerse dalle intercettazioni in corso, ritenuto che non è stato ancora possibile all’individuazione di interprete conoscente la lingua da questi parlata”.
L’appello della trasmissione, dunque, è proprio questo: che tali intercettazioni possano tornare a essere attenzionate degli inquirenti.
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