A difesa di Giorgia Meloni è scesa in campo sua mamma, Anna Paratore, che non ha gradito per nulla le ultime inchieste giornalistiche condotte sul padre e i commenti a contorno della giornalista Rula Jebreal.
A prescindere dal proprio orientamento politico, ci sono alcuni limiti invisibili che non andrebbero mai valicati, non solo perché si tratta di etica personale e collettiva da rispettare, ma anche perché non si può abbattere l’odio, la discriminazione e l’emarginazione, comportandosi a propria volta come chi si cerca di combattere. In questo caso, ci viene in soccorso anche la matematica: meno per meno fa sempre più.
Tuttavia, la politica italiana, soprattutto a sinistra, sta vivendo un cortocircuito continuo che, svuotato di contenuto, lascia come simulacro un contenitore ormai vecchio e disuso, fatto di apparenze da salvare ad ogni costo, mentre sotto la superficie ribolle livore. Ecco quindi che, proprio perché in guerra e amore tutto è lecito, i colpi bassi diventano pane quotidiano di stampa e giornalisti votati a fare opposizione “politica” mettendo in moto la macchina del fango che contestano a loro volta.
Ma facciamo un passo indietro. Nei giorni scorsi ‘Repubblica’ aveva parlato, riprendendo l’inchiesta giornalistica della stampa spagnola, del padre di Giorgia Meloni condannato per narcotraffico. A questa notizia è seguito il tweet stizzito – che sa di ripicca – della giornalista Rula Jebreal che ha scritto: “Durante la sua campagna elettorale, Giorgia Meloni, il nuovo Primo Ministro italiano, ha promosso un video di stupro in cui si afferma che i richiedenti asilo sono criminali che vogliono sostituire i cristiani bianchi. Ironia della sorte, il padre della Meloni è un famigerato trafficante di droga/criminale condannato che ha scontato una pena in una prigione spagnola”.
Anna Paratore e la lettera a sostegno della figlia
Peccato però che il padre della Meloni abbia abbandonato la figlia quando aveva un anno e che la stessa Meloni abbia scelto di non avere più nulla a che fare nulla con lui fino alla sua morte. Insomma, è stato un terribile autogol della sinistra che ha messo alla gogna un personaggio politico scomodo per le vicende personali del padre che non qualificano di certo la figlia, che ha mostrato molta più intelligenza e delicatezza di loro in questa circostanza.
Ma oltre alla stessa Meloni, a prendere le difese della figlia ci ha pensato la mamma, Anna Paratore, con una lettera postata sui social da diversi parlamentari di Fratelli D’Italia. “La mia storia con il padre delle mie figlie non è materia pubblica, così come non credo lo sia la vita di un uomo che è mancato già da svariati anni”, scrive la Paratore parlando del rapporto inesistente tra Francesco Meloni e le figlie Giorgia e Arianna.
Ma più che spiegare i rapporti personali, alla mamma della Meloni, estremamente adirata, importa commentare l’operato di Rula Jebreal che definisce “Una pseudo giornalista, che si permette di cianciare su mia figlia, utilizzando un padre che a Giorgia è costato solo lacrime, e da cui non ha mai avuto il sollievo di una carezza o di un bacio, per non dire un piatto di minestra. Si vergogni questa signora che attribuisce a Giorgia parole mai pronunciate, concetti violenti e stupidi mai partoriti”.