Le immagini della contestazione alla neoeletta deputata dem diventano virali, e mettono sotto i riflettori quanto il Partito Democratico non sia più in grado di rappresentare un certo elettorato
E’ ormai virale da varie ore il video della contestazione a Laura Boldrini avvenuta in occasione della manifestazione indetta dal collettivo ‘Non una di meno’ in difesa dell’aborto.
Il confronto, dai toni fortemente accesi, è avvenuto fra un gruppo di ragazze e l’ex presidentessa della Camera, la quale si è dimostrata fortemente stizzita dall’atteggiamento di contestazione avuto nei loro confronti.
Come si può vedere dal video, la deputata, avvistata dal gruppo di manifestanti, viene invitata ad andarsene in quanto le sue azioni e quelle di coloro che ha rappresentato non sono in linea con la protesta.
“La Lorenzin ha reso la pillola concezionale a pagamento”, ribatte la manifestante, questione a cui la Boldrini risponde “Il problema non è questo. Ma la distribuzione della pillola”.
“Non lo è per i ricchi che se la possono pagare. Per chi è giovane, precario e vive nelle case popolari e non se la può permettere il problema c’è, ma a voi non vi frega un …”, incalza ulteriormente la ragazza.
“Te la prendi con la persona sbagliata”, prova a mediare la Boldrini. “Scusi, ma lei che rappresenta?”, chiede la manifestante. E alla risposta, “dei principi e valori”, controreplica: “Si vede che non li rispetta”.
Un’altra partecipante alla manifestazione interviene rincarando la dose: “Sono per i ricchi perché noi nelle periferie non abbiamo accesso a nulla”.
E ribadisce nuovamente l’invito ad andarsene dalla piazza “perché il diritto all’aborto libero e gratuito le donne non ce l’hanno anche per colpa sua”.
La Boldrini, poi, prova con l’ultimo tentativo di pacificazione: “Ci sono donne che in Parlamento hanno lottato e l’hanno voluto, l’aborto, dovremmo essere tutte unite”.
“Sa perché non siamo unite? – incalza l’interlocutrice – Perché a lei delle persone che stanno nelle case e nei quartieri popolari non gliene frega niente, invece a me sì e io li difendo”.
E aggiunge: “Non ha ancora risposto ai tagli alla sanità, ai consultori e alla non applicazione della legge”.
“Se devi fare questi show… a differenza degli altri io sono qui con voi”, sottolinea la Boldrini, ma le manifestanti insistono, fino a quando l’onorevole se ne va applaudendo in modo sarcastico.
Alla fine è arrivata la replica dell’ex presidentessa della camera, che ha rivendicato il suo diritto ad essere in piazza in una “manifestazione bellissima” nella quale, però, “alcune ragazze sono venute da me non per confrontarsi ma per attaccare qualcuno”.
Alle dichiarazioni della Boldrini anche le dirette interessate hanno risposto, sottolineando: “Il nostro non era uno show. Abbiamo portato la voce di donne in difficoltà che erano solidali con noi”.
Di tutta questa diatriba, però, al di là delle parti in gioco, rimane il nucleo della questione: il problema di rappresentanza del PD.
A qualche giorno dal voto dove la sinistra ne esce sconfitta e con le ossa rotte, la protesta nei confronti della Boldrini è un segno di quanto problematiche come la povertà e la mancanza di un’abitazione per una certa fascia di popolazione rimangano denti avvelenati di cui nessuno sembra volersene occupare.
Ma anche il diritto a fruire della pillola anticoncezionale è strettamente legato alla questione delle fasce più deboli della popolazione di cui il PD non sembra minimamente esserne un degno rappresentante.
Come sottolineato dalla 17enne contestatrice, referente di Potere al Popolo, “nel 2016 il Pd, con Beatrice Lorenzin ministra della Salute, ha reso la pillola contraccettiva a pagamento. È stato un grave colpo per noi giovani precarie e per chi la pillola non se la può permettere.”
“C’è una legge del 1975 di cui Laura Boldrini non era a conoscenza – incalza ancora Giulia Calò – “è la legge 405 sull’istituzione dei consultori che dichiara che i vari mezzi di contraccezione devono essere erogati gratuitamente. Dalla nostra inchiesta emerge che non succede mai. Come ci hanno spiegato le operatrici dei consultori non ci sono abbastanza fondi”.
Ma non solo. rimane aperta anche la questione degli sfratti dalle case popolari di cui praticamente tutta la politica ha fatto orecchio da mercante.
Che si sia d’accordo o meno con la giovane contestatrice, quel che è certo è che emerge in modo lampante lo scollamento fra il PD e tutta quella fascia della popolazione che dalla sinistra non si sente più rappresentata.
Una questione, questa, che dovrebbe più che mai essere oggetto di dibattito in un partito che si prepara a fronteggiare le sue sorti a ridosso di un voto catastrofico.
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