Un 55enne di Castellamare di Stabia, dopo qualche resistenza, ha dovuto confessare ai medici dell’ospedale San Leonardo l’origine della sua infezione ai genitali.
E’ arrivato al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellamare di Stabia in gravi condizioni il 55enne, di cui non si sa l’identità, con un’infezione cronica ed estesa ai genitali che l’avrebbe potuto condurre alla morte, se non curata adeguatamente e tempestivamente. I medici, infatti, hanno capito sin da subito come l’uomo avesse contratto la malattia di Fournier, meglio conosciuto come gangrena di Fournier.
Si tratta di un’infezione necrotizzante e rara che attacca gli strati più profondi della pelle che provoca necrosi, ovvero la morte dei tessuti. Questa fascite può rimanere circoscritta alla zona dello scroto oppure estendersi per tutti i genitali, coinvolgendo anche la parete addominale. Si tratta, quindi, di un’infezione grave che può essere causata dal germe Streptococcus pyogenes. Ma non solo. Proprio perché l’origine dell’infezione può essere di diversa natura, i medici hanno dovuto chiedere all’uomo come l’abbia contratta.
Il 55enne, dopo molte reticenze, ha alla fine ammesso che la malattia di Fournier era stata la conseguenza di un rapporto sessuale col proprio cane. L’animale, così, ha trasmesso al proprio padrone alcuni agenti batterici che hanno provocato la fascite necrotizzante. L’uomo, prima di chiedere aiuto al personale, medico, ha cercato anche di curarsi da solo la necrosi in corso, più il tempo passava, però, più le condizioni del 55enne peggioravano.
Ammettere di aver fatto sesso col proprio cane, però, non è stato semplice. L’uomo, infatti, soffre di problemi psichici che lo avrebbero spinto ad accoppiarsi con l’animale. Ora si trova ricoverato in urologia, dove è stato sottoposto a un intervento di evirazione parziale, per rimuovere i tessuti infetti irrecuperabili. Dopo l’intervento, il 55enne dovrà affrontare una lunga terapia in camera iperbarica, in modo tale da poter riacquistare tutte le funzionalità legate al corretto funzionamento dei genitali e della vescica.
Oltre la zoofilia, la zooerastia
Il 55enne di Castellamare di Stabia che ha avuto rapporti sessuali col proprio cane non è l’unico caso di cronaca che abbiamo letto nel corso degli anni. Nel 2017, in Mississipi una donna di 43 anni è stata arrestata dopo aver postato in rete un video che la ritraeva fare sesso col proprio cane. La zooerastia, infatti, ovvero il sesso tra essere umani e animali, è molto più diffusa e comune di quanto possiamo immaginare.
Si tratta di un disturbo sessuale ascrivibile alle parafilie, cioè a quelle pulsioni erotiche caratterizzate da fantasie e impulsi ricorrenti che possono sfociare nella psicopatologia nel caso in cui questi diventino compulsivi, danneggiando la psiche dell’individuo. La legge, però, in Italia parla chiaro: “Chiunque compie atti sessuali su animali o favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla lo sfruttamento sessuale di animali è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro”.
Avere rapporti sessuali con gli animali – come recita l’articolo 544-ter del codice penale italiano – è vietato, così come in Spagna, Francia e Belgio. Tuttavia, al momento in Italia possedere materiale zoopornografico non costituisce un reato, a differenza del Regno Unito, della Svizzera, della Norvegia e dei Paesi Bassi.