Dopo la fortissima impennata degli scorsi mesi il prezzo della benzina è tornato ad abbassarsi, tornando vistosamente sotto i 2 euro al litro.
Tuttavia, da qualche giorno a questa parte sembra che la tendenza sia nuovamente al rialzo: il costo del carburante sta toccando di nuovo vette importanti e i benzinai sono talmente allarmati da cominciare a pensare anche ad azioni drastiche. Come riportato anche dal quotidiano Il Messaggero, sul web sono in molti a cercare notizie in merito ad uno sciopero dei benzinai, dato che questa eventualità comincia a diventare sempre più probabile ogni giorno che passa.
Chiaramente con la conferma di questo sciopero si andrebbe ad avere una situazione ancora più complicata, con il blocco del trasporto merci e di qualsiasi tipo di spostamento.
Automobilisti, camionisti e motociclisti dovrebbero quindi fare i conti non solo con il prezzo del carburante sempre più alto, ma anche con l’impossibilità di fare benzina per via dello sciopero.
Con i prezzi che aumentano il rischio sciopero è concreto
Tuttavia, al momento questo scenario non sembra essere all’orizzonte. Da parte dei gestori non è giunta alcuna comunicazione in merito alla chiusura dei distributori e il traffico su strade e autostrade non sembra essere interessato da alcun intoppo.
Ma è chiaro che si tratta di una situazione che potrebbe cambiare da un momento all’altro, specie se i prezzi del carburante continueranno ad aumentare. A quel punto sarà necessario un nuovo intervento del Governo, dato che la soluzione tampone già introdotta dall’Esecutivo non sembra più riuscire ad arginare i rincari.
Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, i benzinai hanno tutto da perdere con il rialzo dei prezzi della benzina. Il loro guadagno, infatti, resta sempre intorno ai 3,5 centesimi per ogni litro di miscela, sia che il carburante costi 1 euro o 5 euro a litro. Naturalmente, con i prezzi troppo alti, sempre meno utenti si recano a fare benzina e questo comporta un forte danno per gli introiti dei benzinai.
Per ora il Governo ha deciso di prorogare il taglio delle accise fino al 20 settembre e questa mossa sembra abbia contribuito a calmare un po’ le acque.
La chiusura del gasdotto e le possibili conseguenze
Di certo la minaccia è reale, tenendo presente che in Ucraina prosegue lo scontro armato e che al momento non sembrano esserci spiragli per una soluzione del conflitto: pertanto le sanzioni nei confronti di Mosca restano inalterate.
Per questo motivo la Russia sta minacciando più volte di chiudere il gasdotto Nord Stream, spaventando ovviamente tutta l’Europa: una mossa di questo tipo alzerebbe al massimo i prezzi del gas e dell’energia. Per ora i benzinai chiedono al Governo mosse immediate, a cominciare dalla proroga ulteriore delle accise che vada oltre il 20 settembre se si vuole davvero evitare lo sciopero.