Dopo sei mesi di guerra in Ucraina e di sanzioni economiche contro la Russia, per isolarla il più possibile, come sta oggi il resto del mondo a causa proprio di quelle stesse sanzioni?
Abbiamo già spiegato diverse volte come la nostra sia una società estremamente interdipendente. Se accade quindi qualcosa in Russia, le conseguenze si patiscono anche qui, pur se edulcorate a suon di slogan volti a colpevolizzare persone comuni che non hanno deciso nulla, se non accendere il condizionatore in estate o continuare a cuocere la pasta col fornello acceso. Eppure, in tempi straordinari servono misure straordinarie.
Ma cercando di fare il punto della situazione dopo sei mesi di guerra e di sanzioni economiche alla Russia, come sta oggi il resto del mondo e lo stesso Cremlino? Ad aprile la Russia aveva quasi raddoppiato i suoi ricavi dalla vendita del gas, proprio grazie a quelle sanzioni che avevano interrotto i rapporti economici con la maggior parte della comunità internazionale.
Ma in una sorta di contrappasso, a volumi ridotti delle esportazioni dei combustibili fossili, non è conseguita un’entrata minore, piuttosto, proprio il contrario. Mosca, infatti, beneficiando dell’impennata dei prezzi – si è trattato di un prodotto più raro – è riuscita a non portare al collasso la sua economia. Ma come sta gestendo Vladimir Putin l’inflazione e il caro vita che ha polverizzato il potere d’acquisto di imprese e famiglie di mezzo mondo?
Incubo spesa? Non i Russia! Tutti i numeri di un’inflazione inesistente
Prendendo a modello il confronto proposto dal quotidiano inglese ‘The Sun’, che ha paragonato i prezzi di alcuni beni di prima necessità del Regno Unito con quelli russi, cercheremo anche noi di fare un confronto simile. Anche se è doverosa prima una precisazione in merito. Rispetto a Regno Unito, Germania, Francia e gli altri paesi europei, l’inflazione in Italia resta contenuta.
Stiamo parlando del 9,7% nostrano, rispetto a percentuali a due cifre: ad agosto il prezzo del cibo nel Regno Unito è aumentato del 10,5% e in tutti i paesi baltici è sopra il 20%. A Mosca, invece, dall’inizio dell’anno il prezzo del cibo è sceso dell’11,3%. Ma come è stato possibile per la Russia invertire la tendenza? Come riportato sempre dal Sun, il professor Michael Clark, specialista nel settore, ha spiegato come il Cremlino al momento abbia abbastanza soldi – provenienti dalle esportazioni di gas e petrolio anche se ridotte – per poter sovvenzionare il suo popolo e contenere l’inflazione.
Ma anche la loro economia, molto presumibilmente dall’anno prossimo, andrà al collasso, proprio perché non è detto che continui il trend positivo del prezzo dell’energia, nel caso in cui tutti i paesi dell’area occidentale riescano a prendere convenienti accordi commerciali con altri paesi, tagliando così fuori dal mercato la Russia che in quel caso sarebbe davvero isolata.
Tuttavia, anche l’economia russa al momento si sta lentamente sfaldando, malgrado i prezzi al momento siano più che favorevoli. Confrontandoli con quelli italiani, infatti, oltre al costo generale della spesa, vediamo qualche esempio concreto. Le patate registrano un 10% in più, a differenza della Russia che segna un bel -28%, così come le banane (+12,6%) che costano il 14% in meno. Ma ancora, anche i pomodori (+19% in Italia), in Russia sono scesi di prezzo (-14%), così come tutta il comparto ortofrutta registra un 9,7% in più, rispetto a Mosca che all’incirca può beneficiare di un calo complessivo del 10%.
La nota più dolente di tutte, però, resta il caro bollette che sta vessando da mesi famiglie e imprese italiane e non ha intenzione di arrestarsi. Sempre l’Istat, infatti, ha stimato un aumento annuo del 44,9%. Ma non solo. La crescita dei prezzi dell’elettricità sul mercato libero è del 135,9%, mentre del gas – sempre mercato libero – è del 62,5 %. In Russia, invece, al momento si registra pure un’inflazione dei costi dell’energia, ma segna il 10% in più. Una differenza notevole.