A meno di un mese dalle elezioni, ecco la lista dei simboli in corsa e quali i non ammessi per mancanza di firme. E rimane aperta la questione di Marco Cappato, la cui lista è stata respinta dopo aver raccolto, per la prima volta in Italia, le firme in formato digitale
Grande fermento a meno di un mese dall’inizio della competizione elettorale con la pubblicazione della maggior parte delle liste dei candidati alle politiche 2022.
La lista dei candidati, tuttavia, è ancora del tutto ufficiosa, a differenza di quella dei contrassegni che, salvo ricorsi vinti all’ultimo minuto, è oramai confermata.
Su 101 simboli presentati, sono 75 quelli che sono stati ammessi alla competizione elettorale da parte del Viminale.
L’ordine delle liste, che pubblichiamo in questo articolo comprendendo anche gli esclusi, è del tutto provvisorio.
Si procederà, infatti, come da consueta normativa, a stabilirlo tramite sorteggio.
Fra gli esclusi più clamorosi c’è Forza Nuova che, pur non essendo riuscita a raccogliere le firme necessarie per partecipare alla competizione elettorale, ha promesso ricorsi e gridato al complotto.
E c’è, poi, la questione della lista di Marco Cappato ‘Democrazia e Referendum’, esclusa nonostante le firme siano state raccolte, ma in formato digitale.
La lista iniziale dei simboli presentati comprendeva:
Dei simboli che abbiamo appena riportato quattro alla Camera e tre al Senato sono state escluse per la mancanza di firme: Gilet Arancioni e Partito Animalista per tutte e due le Camere, Destre Unite (che si era presentata solo per palazzo Madama) Partito Pensiero e Azione (solo per Montecitorio) e Forza Nuova.
Quest’ultima ha gridato al complotto, parlando di “sistema banditesco” contro il quale “sono pronti i ricorsi”, presentati anche da altre liste.
Sarà la Corte di Cassazione ad esprimersi entro i prossimi giorni in merito.
Questa domenica o lunedì, invece, si procederà al sorteggio per stabilire l’ordine delle liste.
Rimane invece incomprensibile la vicenda delle firme digitali raccolte da Marco Cappato.
Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni ha raccolto le 36mila firme necessarie per correre alle elezioni, ma, per la prima volta in Italia, in formato digitale.
Queste ultime sono state rigettate da tutte le Corti d’Appello presso le quali erano state depositate.
A spiegare l’accaduto è stato Cappato stesso, che ha chiarito di non volersi arrendere davanti all’eliminazione della lista per le prossime politiche 2022:
“Il diniego di oggi non ci farà desistere, nelle prossime 48 ore predisporremo i ricorsi urgenti affinché si adegui lo strumento digitale alle farraginose, quanto poco sicure o trasparenti, modalità di raccolta firme cartacee per la presentazione delle candidature per le elezioni politiche”.
Cappato poi prosegue:
“Le motivazioni differiscono ma, in tutte le circoscrizioni, non si è tenuto conto delle modificazioni legislative sopravvenute dall’adozione delle legge elettorale e dall’introduzione della firma digitale certificata per sottoscrivere documenti ufficiali”.
A gravare sulla questione il precedente del Referendum per la Cannabis rigettato dalla Consulta.
Cappato fa giustamente notare come in realtà sia paradossalmente molto più sicura la modalità di autenticazione tramite SPID piuttosto che cartacea.
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