A ridosso della scadenza per la presentazione delle firme per le elezioni del 25 settembre, vediamo i simboli più bizzarri depositati (molti dei quali in extremis) allo scadere del limite di domenica 14
E’ stata definita la carica dei 101 e, effettivamente, è un riferimento quanto mai pregnante quello dell’insieme dei simboli presentati in vista delle prossime elezioni.
Sono infatti 101 i simboli politici depositati presso l’ufficio elettorale del Viminale che hanno l’intenzione di correre nella competizione elettorale settembrina.
Non tutti potrebbero avere i requisiti imposti, e dunque questo numero potrebbe essere destinato a scendere.
Intanto, però, guardando la lista dei simboli affissi in bacheca salta subito all’occhio la presenza di alcuni di essi alquanto…bizzarri.
Eccone alcuni.
Il blog ‘I simboli della discordia’ ha raccolto tutti e 101 i simboli presentati al Viminale con annessa descrizione e spiegazione.
Guardando la lista si possono notare alcuni partiti decisamente fuori dagli schemi.
In pole position fra tutti segnaliamo indubbiamente quello che si chiama ‘Italiani con Draghi – Rinascimento’.
Ignoti, fino ad ora, i nomi dei “titolari” del simbolo, che non rispetta palesemente i requisiti di trasparenza.
Si apprende, infatti, che Draghi non fosse minimamente al corrente della creazione di questo bizzarro simbolo, che riporta, per altro, la dicitura rinascimento esattamente come quella di Sgarbi.
Il partito della Difesa Animalista Indipendente Nazionale Organizzata è uno di quelli che, indubbiamente, ha attirato più attenzione.
Nato a fine luglio dall’impegno decennale di Francesca Federici (segretaria e capo politico) e Fabrizio Battisti, da molto tempo attivi in varie battaglie animaliste.
La scelta del daino è molto probabilmente riconducibile alla battaglia contro la mattanza dei daini al Circeo.
Ritorna in grande stile Italia Unita di Luciano Garatti, un’idea nata nel 1996 e che nel 2013 prende il nome di ‘Basta Tasse’.
Come riportato sul blog ‘Simboli della discordia’, il fondatore ha dichiarato: “Non ce l’ho fatta a non tornare a presentare il mio simbolo”. E, guardandolo affisso in bacheca ha aggiunto: “Guarda come emerge rispetto agli altri, come se li mangia!”.
Fra i simboli più bizzarri ne campeggia uno particolarmente… dettagliato. Non manca niente: dalla dicitura “No alla cassa forense” e “no controllo digitale”, “no carta verde”, c’è anche un riferimento agli amici de ‘I poeti d’azione’ e una citazione dalla serie TV ‘Better Call Saul: “Better Call Gianluca” con sotto la sua email.
E’ un’idea dell’avvocato Pierluca Dal Canto.
Non finirà sulle schede perché non hanno indicato le circoscrizioni.
Depositato da Pierantonio Sabini, nonché capo stesso di questa forza politica, il simbolo del Partito Federalista Italiano è uno di quelli che salta di più all’occhio.
E non solo per la grafica.
“Noi siamo interessati a un tipo di federalismo diverso rispetto a quello che inizialmente sembrava caratterizzare la Lega Nord: ci ispiriamo di più alla soluzione statunitense, poi in concreto si vedrà”.
Bizzarro anche anche nell’estetica, che come segnalato sempre dal blog ‘Simboli della discordia’ richiama i colori di People in Debt, l’associazione fondata dall’avvocato per aiutare le persone sommerse dai debiti e in difficoltà dopo la crisi economica.
Il simbolo indubbiamente più folle quello del Partito della Follia Creativa, una creazione di Giuseppe Cirillo, che in arte è il Dr Seduction.
Un partito indubbiamente… provocatore che pizzica spesso la politica su temi che stanno a cuore al fondatore.
Un momento simbolico anche quello del deposito, durante il quale ha inscenato in piazza un vero e proprio matrimonio con la follia con baciamano alla sposa vestita di bianco.
Fondato nel 1994 da Alessandro D’Agostini che rivendica “il ruolo sociale della figura di artista e la centralità dello stesso nel contesto sociale di una comunità sana”.
Fortemente simbolica la raffigurazione della spada e della penna.
Si presentarono già nel 2018 ma con due differenti simboli.
Ha fatto discutere fin dai primi istanti del deposito il partito della Rivoluzione Sanitaria, che contiene l’immagina di una ghigliottina, fondato da Adriano Panzironi.
Non si è ancora al corrente se sia ammissibile o meno il simbolo, considerando che potrebbe avere un chiaro rimando alla violenza.
Penultimo, ma non per importanza, il partito di Antonio Pappalardo, o meglio, del Generale Pappalardo.
Presente anche nel contrassegno il riferimento all’Unione Cattolica Italiana e al suo fondatore, Presutti.
Pappalardo, con tanto di papillon arancione al momento del deposito, si è detto convinto di non dover raccogliere le firme.
Il motivo, specificano anche sul blog Simboli della Discordia, non è tutt’oggi chiaro.
Chiudiamo questa rassegna con forse uno dei più eclatanti ma, soprattutto, uno dei primi in ordine di arrivo: il simbolo del Sacro Romano Impero Cattolico.
Già il modus operandi del deposito la dice lunga sul movimento in sé.
La fondatrice nonché cerimoniera Mirella Cece, già in fila prima degli altri, ha gentilmente ceduto il posto ai due depositari arrivati dopo di lei per poter essere al terzo posto, il numero perfetto.
Portatrice, si legge sul blog, “di una visione monarchica, istituzionale, costituzionale e ministeriale” (ragione per la quale non vuole presentare le firme), la Cece ha posto il suo volto per ben 5 volte nel logo, con riferimento a tutti i raggruppamenti politici racchiusi in quel simbolo sotto il suo nome (Sacro Romano Impero Liberale Cattolico, Teologi e Giuristi del Sacro Romano Impero, Advocatorum Postulatores et Peritorum, Movimento Europeo Liberal-Cristiano Giustizia e libertà, Atuttocampo nel tempo e nello spazio).
Fuori dall’ufficio del Quirinale ha mostrato a tutti una gigantografia del cuore del suo simbolo, con l’obiettivo di lanciare un messaggio di pace nel mondo.
Questi sono solo alcuni dei simboli diciamo più “bizzarri” depositati questo mese in vista delle elezioni settembrine, alle quali, però, alcuni di loro potrebbero non riuscire a partecipare.
Ma auguriamo a tutti, ugualmente, buona fortuna.
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