Alcune recenti ricerche hanno valutato la possibilità di una futura, devastante eruzione vulcanica di magnitudine tale da distruggere il mondo che oggi conosciamo.
L’ultima ricerca in merito ha svelato che l’umanità non sarebbe affatto preparata ad una futura catastrofe: esiste una possibilità su sei che nel prossimo secolo possa abbattersi sulla Terra un eruzione vulcanica di magnitudo 7, una forza tale da avere ripercussioni negative sul clima, sulla produzione di cibo e sul commercio mondiale.
Il nuovo studio, portato avanti dall’Università di Cambridge e divulgato online dal ‘The Mirror’, ha dimostrato come il mondo non sia affatto preparato ad una calamità naturale di tale dimensioni. Questo perché al momento la possibilità di elevato rischio di eruzione così devastante sembra ‘un mito impossibile’.
Eppure la possibilità esiste, e causerebbe una distruzione equivalente alla collisione sulla Terra di un asteroide grande 1 chilometro. La possibilità di eruzione vulcanica di tale magnitudo è tuttavia più alta di una collisione con una cometa o asteroide.
Il gruppo di ricercatori di Cambridge ha sottolineato che è possibile prendere delle precauzioni per evitare la devastazione totale, come maggiore sorveglianza ed educazione del pubblico oltre che alla manipolazione del magma.
Nonostante il rischio di eruzione sia più alto di una collisione con un asteroide, l’uomo si sta preparando di più alla seconda possibilità. Eppure l’ultima eruzione di Gennaio sull’Isola di Tonga, nel Pacifico, è stata la prova schiacciante di quanto poco l’uomo sia preparato ad eventualità simili.
Quella di Tonga è stata l’eruzione più potente mai registrata dalla strumentazione moderna. Se fosse durata poco più a lungo o avesse rilasciato più gas e cenere le conseguenze sarebbero state devastanti. Ancor peggio se il vulcano si fosse trovato in una zona più vicina ad infrastrutture essenziali.
È stato stimato che un’eruzione da 10 a 100 volte maggiore di quella di Tonga avvenga ogni 625 anni; il doppio di quanto si pensasse in passato. L’ultima volta è successo in Indonesia nel 1815. L’eruzione ha causato un terremoto di magnitudo 7 che ha ucciso 100.000 persone e abbassato la temperatura globale di un grado.
A conseguenza di ciò, i campi coltivati quell’anno andarono in rovina, causando carestie, rivolte popolari ed epidemie. Adesso un evento del genere avrebbe un impatto sull’economia miliardi di volte peggiore rispetto alla recente pandemia.
Per prepararsi, i ricercatori hanno spiegato che è importante capire dove la prossima enorme eruzione potrebbe avvenire. Negli ultimi 60 mila anni sono state 97 le eruzioni di questo tipo e solo alcuni dei vulcani causa sono stati individuati; ciò significa che la prossima potrebbe partire da un vulcano ad oggi sconosciuto.
Un altro punto su cui gli esperti stanno lavorando è capire come neutralizzare l’aerosol creato dalle eruzioni e come manipolare il magma sotterraneo. L’autrice dello studio Dott.ssa Lara Mani ha dichiarato: “Stiamo completamente sottovalutando il rischio di un’esplosione vulcanica”.
“L’eruzione di Tonga dovrebbe essere un campanello d’allarme per tutti, come se un asteroide avesse evitato la Terra di un soffio. I vulcanologi chiedono da 20 anni un satellite dedicato al monitoraggio dei vulcani; la maggior parte delle volte dobbiamo fare affidamento alla generosità dei satelliti privati per recuperare le immagini”.
“La completa disattenzione e negligenza in questo campo, davanti a rischi così elevati, è da incoscienti“.
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