Il dissenso della famiglia della vittima pe la mistificazione della realtà ma, sopratutto, per l’assenza di contraddittorio. Eccome come torna a far discutere il delitto di Garlasco in occasione del 15esimo anniversario
E’ amareggiata e non poco la famiglia di Chiara Poggi, che in occasione del 15esimo anniversario dalla morte della figlia dovrà subire il ritorno in TV di Alberto Stasi.
A intervistarlo, per ora, solo il programma televisivo Le Iene, ma tanto basta per suscitare sdegno nei genitori di Chiara e del loro legale, che hanno deciso di rilasciare dichiarazioni in tal senso.
“Si continua a mistificare la realtà senza contraddittorio”: l’ira della famiglia Poggi
Come riportato dall’Ansa, in occasione del quindicesimo anniversario dalla morte a Garlasco di Chiara andrà in onda in uno speciale del ‘Le Iene’ mercoledì 24 agosto nel quale sarà trasmessa un’intervista ad Alberto Stasi.
Una decisione, questa, per nulla gradita dalla famiglia, che attraverso il proprio legale Gianluigi Tizzoni ha denunciato che “si continua a mistificare la realtà senza contraddittorio”.
“E il contraddittorio, ci terrei a sottolineare, non è la famiglia Poggi, ma è lo Stato italiano che con sentenze di Cassazione e delle Corti di appello ha accertato al di là di ogni ragionevole dubbio la responsabilità di Stasi per l’uccisione di Chiara Poggi – ha continuato l’avvocato -. L’unica cosa che non è stata approfondita della vicenda sono le circostanze di cui si è avvantaggiato Stasi per essere assolto finché la Cassazione nel 2013 ha finalmente disposto che venisse svolto un processo rispettando le regole del codice di procedura penale”.
Per il legale, inoltre, nella sentenza d’appello bis “i giudici scrivono testualmente delle molte criticità di alcuni degli accertamenti svolti, riconducibili a errori e negligenze anche gravi, e non solo all’inesperienza, degli inquirenti. Non si può negare che in molte occasioni sia stato proprio Stasi, personalmente e non solo, a indirizzare e ritardare le indagini in modo determinante e a sé favorevole”.
E ora, Alberto Stasi, tornerà a dire la sua nonostante la contrarietà della famiglia della vittima.
Il delitto avvenne la mattina del 13 agosto del 2007 e, dopo due assoluzioni, il 18 aprile 2013 la Cassazione dispose il processo d’appello bis, che si chiuse con la condanna di Stasi a 16 anni, confermata, poi, due anni dopo.
Attualmente sta scontando la pena nel carcere milanese di Bollate.