Lev Trotsky fu un assoluto protagonista della rivoluzione russa e uno dei personaggi più importanti della Russia dopo il 1917, ricoprendo una serie di ruoli: dal commissario del popolo agli affari esteri al comandante dell’Armata Rossa.
Tuttavia, come sanno bene gli appassionati della storia della Russia e del comunismo russo, Lev Trotsky venne espulso dal Partito Comunista Sovietico dopo la morte di Lenin. Non gli venne perdonata la posizione di netta opposizione a Iosif Stalin, condotta già negli anni ’20.
Nel 1937, dopo un lungo peregrinare, Trotsky si stabilì in Messico, protetto dal governo locale e da molti sostenitori, tra cui artisti come Frida Kahlo e Diego Rivera. Dopo aver fondato nel 1938 la Quarta Internazionale a Perigny, vicino Parigi (che si opponeva sia al capitalismo che al totalitarismo stalinista), Trotsky venne assassinato nel 1940 nella sua casa di Città del Messico.
L’omicidio del politico, rivoluzionario e militare russo venne messo a segno da un agente sovietico di origine spagnola, Ramon Mercader.
Jaime Ramón Mercader del Río, questo il suo nome intero, era un agente segreto che operava nel NKVD, ovvero il Commissariato del popolo per gli affari interni, durante il governo di Iosif Stalin nell’URSS.
Quello che non sanno in molti è che Ramon Mercader era il fratellastro dell’attrice Maria Mercader, famosa artista spagnola naturalizzata italiana, nota per aver sposato nel 1959 in Messico l’altrettanto celebre attore Vittorio De Sica, precedentemente conosciuto sul set del film Un garibaldino al convento (1942).
Dalla loro unione sono nati Christian De Sica e Manuel De Sica, pertanto il famoso attore comico è il nipote dell’uomo che mise fine alla vita di Lev Trotsky. Ma che fine ha fatto lo zio di Christian De Sica?
Dopo l’omicidio di Trotsky, Mercader venne ferito e arrestato dalle autorità messicane, alle quali non rivelò mai la sua vera identità. L’assassino del rivoluzionario russo venne condannato per omicidio a 20 anni di carcere.
Solo nel 1953 si riuscì a scoprire la sua vera identità, ma i legami con il NKVD rimasero segreti fino allo scioglimento dell’URSS. L’Unione Sovietica presentò diverse richieste di grazia per Mercader, che venne rilasciato il 6 maggio 1960.
Dopo essersi trasferito a Cuba da Fidel Castro, nel 1961 fece rientro nell’URSS dove Nikita Chruscev lo onorò con una pensione come eroe di guerra.
Continuò a vivere a Mosca per circa dieci anni sotto il falso nome di Ramón Ivanovich López prima di decidere di trasferirsi di nuovo a Cuba negli anni ’70 per lavorare come consulente di Fidel Castro. Morì a L’Avana nel 1978 a causa di un sarcoma e venne sepolto a Mosca nel cimitero di Kuncevo.
“Non proprio il tipo che inviti al pranzo di Natale – disse Christian De Sica in un’intervista di qualche anno fa, parlando di suo zio – Era un aristocratico che ad un certo punto è diventato comunista. Poi l’hanno mandato in Messico ad ammazzare Trotsky”.
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