Fra accoppiate dell’ultima ora, corteggiamenti (con rifiuto) fra Renzi e Berlusconi e gaffe di Calenda, questa campagna elettorale parte in un modo che può definirsi solo così: imbarazzante
Non è di certo partito con il piede giusto Carlo Calenda, uno dei protagonisti indiscussi di questa anomala ed estiva campagna elettorale.
Il segretario di Azione, infatti, ha collezionato una gaffe non indifferente, contraddicendosi da solo nel giro di pochi minuti.
Dall’altra parte della barricata, nel frattempo, il cavaliere Silvio Berlusconi manda dei messaggeri alla porta di Matteo Renzi per proporre una collaborazione.
E parrebbe anche molto generosa.
Durante una conferenza stampa trasmessa dal TG1, Calenda esordisce dichiarando che “quando uno inizia pensando di avere la vittoria in tasca, normalmente finisce andandosene a casa” per poi affermare dopo pochi secondi “Noi la partita la vinciamo”.
Insomma, non sembra avere le idee particolarmente chiare se riesce a contraddirsi nel giro di 19 secondi, tranne forse quella sull’accordo con Letta che sta generando malumori da un lato e dall’altro.
Nel frattempo dall’altro lato della barricata arriva una dichiarazione d’amore da parte di Silvio Berlusconi verso Renzi.
Come anticipato da Il Giornale d’Italia, nella giornata di ieri il cavaliere ha fatto contattare Matteo Renzi avanzandogli la proposta di entrare nella coalizione.
Una proposta, per altro, molto generosa, considerando che è stata offerta sia una forte visibilità che collegi di un certo valore.
Ma, nonostante ciò, il fondatore di Italia Viva gli ha dato un due di picche, assicurando, per altro, di non essere in contatto telefonico diretto con Berlusconi da un anno e mezzo, oltre al fatto di non voler accettare proposte né da sinistra né da destra per una questione di “coerenza”.
Insomma, una sorta di “scelta di coraggio”, come l’ha definita lui durante l’intervista a RTL, per il quale correre da soli significa ottenere più risultati in termini di apprezzamento dell’elettorato in un contesto in cui “tutti si stanno mettendo d’accordo, cancellando le proprie idee per la certezza del seggio. Non sono Di Maio che si fa eleggere con il simbolo del Pd.”
Durante l’intervista, poi, non ha lesinato una battutina a Calenda.
Alla domanda del conduttore di indicare un aggettivo per esprimere il leader di Azione, Renzi ha risposto:
“Non le dico un aggettivo, ma un Tweet. Calenda ha scelto di fare una cosa che butta via una grande opportunità: il polo riformista con il 10%. Non lo attaccherò mai sul piano personale, chi lo fa significa che non è sicuro delle proprie idee. E io sono sicuro delle mie idee”.
Una campagna elettorale a colpi di alleanze e di addii, come quelli di Lupi, Toti, Brugnaro e Marin, che nelle ultime ore, come riporta il Corriere della Sera, stanno stringendo un’alleanza per andare a rappresentare quell’area maggiormente “draghiana” e dunque moderata.
La campagna elettorale, ad ogni modo, è ancora in pieno svolgimento, e potrebbero non mancare colpi di scena clamorosi, almeno tanto quanto quello di Carfagna e Gelmini.
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