Sono immagini terribili quelle che mostrano Alika Ogorchukwu, 39 anni, a terra, con un uomo seduto sopra di lui che lo aggredisce al collo mentre la vittima cerca disperatamente di liberarsi da quella morsa letale.
Sul web non si parla d’altro di ciò che è accaduto ieri a Civitanova Marche, precisamente alle due e mezza del pomeriggio in Corso Umberto I. Una barbarie filmata da un passante con il telefonino, un particolare che ha generato polemiche sui social da parte di chi avrebbe preferito un intervento diretto dei presenti.
Il 39enne nigeriano è infatti deceduto in seguito alla tremenda violenza a lui inferta da Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, 32 anni, operaio, residente a Civitanova ma originario di Salerno.
Il 32enne, dopo essere fuggito con il telefonino del nigeriano, è stato fermato dalle forze dell’ordine in una strada a poca distanza dal luogo dell’omicidio. Ma cosa ha scatenato una tale follia?
Ferlazzo avrebbe detto agli agenti che il 39enne stava chiedendo con insistenza l’elemosina a lui e alla sua fidanzata: una versione confermata dalla compagna 45enne dell’aggressore.
Alika Ogorchukwu era un ambulante e cercava di sopravvivere e mantenere i suoi due figli, uno di 8 anni e l’altra di 10, vendendo oggetti ai passanti e chiedendo loro un piccolo aiuto. Pur vivendo a San Severino Marche con sua moglie, il 39enne si recava quasi ogni giorno a Civitanova per provare ad intercettare più persone e aumentare la possibilità di racimolare qualche soldo in più.
Un anno fa Alika Ogorchukwu era stato vittima di un incidente e per questo si muoveva con una stampella. Nel centro di Civitanova lo conoscevano praticamente tutti. L’aggressore gli ha strappato la stampella di mano e lo ha colpito con violenza proprio con l’ausilio.
Quando il nigeriano è finito a terra, il 32enne si è scagliato contro di lui, sedendosi sopra e schiacciandolo con il suo corpo: probabilmente è stato proprio questo aspetto a provocare il decesso di Ogorchukwu. Nei prossimi giorni verrà effettuata l’autopsia.
“In molti conoscevano la vittima, frequentava il bar qui vicino. È stato straziante vedere la moglie in lacrime davanti al cadavere, e attorno l’indifferenza della gente, come se tutto quello che è successo fosse la normalità, senza alcuna pietà”, ha detto la signora Paola, madre della titolare di un negozio di intimo che si trova proprio sul luogo del barbaro assassinio.
La moglie della vittima, che lavora per una ditta che fa le pulizie nelle stazioni ferroviarie, non riesce a dire nemmeno una parola. Ha raccontato ad un’amica l’ultimo saluto di suo marito: “Lui si è preoccupato che non si stancasse troppo e che mangiasse, le ha raccomandato di portarsi un panino”.
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