Una bomba nel parco e l’esplosione in mezzo alla folla festante: il terrore di Atlanta è ancora vivo nel ricordo dei presenti.
Tra gli anni ’90 e i 2000 il mondo occidentale ha avuto modo di conoscere da vicino quali sono gli effetti della strategia del terrore. Gli attacchi terroristici sono qualcosa che colpisce nel profondo la comunità, poiché sono azioni criminali che puntano a destabilizzare colpendo innocenti, anziani, donne e bambini compresi e che avvengono in luoghi che in teoria dovrebbero essere sicuri.
Tutti si ricordano l’attentato alle Torri Gemelle, così come quelli avvenuti in Francia e in Inghilterra, tutti ricordano la paura provata dopo le esplosioni, la sensazione di instabilità e preoccupazione che eventi così difficili da accettare e prevedere hanno generato. Prima che la strategia del terrore attuata dai gruppi estremisti musulmani prendesse piede, però, c’è stato un altro attentato che ha scioccato il mondo e che è avvenuto in un contesto di gioia e unione.
Stiamo parlando di ciò che è accaduto nel 1996 ad Atlanta, durante i Giochi Olimpici che si sono tenuti nella città degli Stati Uniti. Nessuno, prima di allora, avrebbe mai pensato che un evento di quelle proporzioni potesse essere lo scenario per un attacco terroristico. Quell’episodio destabilizzò tutti gli atleti ed il pubblico presente alla manifestazione sportiva, generando un clima di tensione che è perdurato per tutto il resto della competizione.
Attentato di Atlanta: sono passati 26 anni da quel terrificante evento
Il 27 luglio del 1996, al Centennial Olympic Park di Atlanta la guardia giurata Richard Jewell si rende conto che nascosta tra i cespugli c’è una bomba. L’uomo comincia a dare l’allarme e fa evacuare quante più persone possibile prima che l’ordigno esploda, ma non farà in tempo a salvare tutti. L’onda d’urto della bomba causerà la morte di una persona e il ferimento di altre 111.
L’FBI è entrata in azione subito dopo l’esplosione ed ha investigato inizialmente proprio su Richard Jewel, ritenendolo il possibile colpevole o un complice dell’attentato. Le investigazioni hanno portato ad escludere un suo coinvolgimento e a trovare il vero colpevole: l’estremista e suprematista bianco Eric Rudolph, colpevole di altri tre attentati. In totale le bombe piazzate da Rudolph hanno causato la morte di 5 persone e 150 feriti, reati per cui è stato condannato nel 2005 a 5 ergastoli. Solo la confessione ed il patteggiamento gli hanno evitato la pena di morte.
La notizia dell’attentato è stata data in anteprima mondiale dal giornalista Rai Ezio Luzzi. Coordinatore della delegazione nostrana alle Olimpiadi, Luzzi stava attraversando la pizza all’interno del parco quando c’è stata l’esplosione. L’onda d’urto lo ha sbalzato a terra, ma era sufficientemente distante da rimanere incolume. Il giornalista ha raccontato in seguito di essersi alzato subito da terra con il pensiero di tornare in studi per raccontare l’accaduto. La sua prontezza di riflessi gli ha permesso di anticipare persino la CNN.