Si riaccende la vicenda dell’omicidio di Chiara Gualzetti: alcuni post su Instagram hanno acceso l’ira del padre.
È già passato un anno dall’omicidio di Chiara, avvenuto sulla collina di Monteveglio. Le telecamere di sorveglianza l’hanno ripresa un ultima volta mentre, allegra e spensierata, si accingeva ad incontrarsi con il suo assassino.
Un gesto recente di quest’ultimo ha scatenato l’indignazione di Vincenzo Gualzetti, il padre di Chiara, che domenica scorsa si è recato alla caserma dei Carabinieri più vicina per denunciare dei post Instagram che cercavano di ‘diffamare’ la figlia.
Tutto è iniziato a causa di un detenuto del carcere minorile del Pretello a Bologna, che si è recato sul profilo social del 17enne che ha ucciso Chiara, anche lui detenuto dopo la confessione di omicidio.
Il giovane ha commentato una delle vecchie foto del 17enne e poi sul suo personale profilo social ha caricato una serie di video, nei quali si vedeva anche la struttura interna del carcere bolognese insieme a foto scattate con altri ragazzi ristretti.
In uno dei post Vincenzo Gualzetti ha riconosciuto il killer di sua figlia, che ha scoperto essere compagno di cella dell’altro giovane. Proprio oggi il 17enne ha presenziato all’udienza del rito abbreviato per il crimine commesso.
Nella foto posava con le dita in una posa a ‘V’, come a dire ‘vittoria’. A questo punto il padre di Chiara non ci ha visto più: “Ma cosa hai vinto, per cosa festeggi?“. Adesso la Procura minorile ha aperto un fascicolo per investigare sui profili social dei ragazzi.
Aperta una nuova inchiesta: questa volta anche contro il compagno di cella dell’assassino di Chiara
Intanto il Dipartimento della Giustizia minorile del ministero ha chiesto all’istituto bolognese una relazione in merito alle foto scattate all’interno della struttura. Pare che per scattare e postare foto/video sia stato usato un tablet, dato in dotazione ai detenuti durante la pandemia per studiare e tenersi in contatto con le famiglie.
Ma perché tanta indignazione da parte di Vincenzo Gualzetti? Ebbene un ragazzo, in un commento, chiedeva una giusta pena per il 17enne; al commento hanno risposto: “Fatevi i c… vostri, non sapete niente”.
“Se avete le palle entrate qua da noi in carcere. Siete bravi a giudicare ma non sapete niente. Se sei così depressa da chiedere ad uno di ammazzarti c… tuoi“.
Lo sfogo del padre: “Avete offeso la memoria di mia figlia”
La famiglia di Chiara non è riuscita a rimanere in silenzio: “Era l’allegria fatta persona la depressione è una delle giustificazioni inventate da chi l’ha ammazzata, come il demone che gli avrebbe ordinato di farlo”.
“Lei, come tutte le adolescenti aveva le sue piccole delusioni che fanno parte della vita. Sognava il principe azzurro. Ma era tutto tranne che depressa. L’ho trovata una cosa molto offensiva, sia nei confronti della sua memoria che di chi soffre di depressione e ha bisogno di essere aiutato”.
Nel suo sfogo, il padre di Chiara si è rivolto al killer: “A questo ragazzo dico solo come si fa a manifestare apprezzamento per chi ha compiuto un gesto del genere. Spero che vengano presi i giusti provvedimenti e che la sua detenzione serva a farlo ravvedere, a fargli realizzare che la vita non è quella della sua risposta”.
Infine ha concluso: “Speriamo nella sentenza, in una giustizia esemplare per la mia bambina e di monito per tutti i ragazzi convinti di restare impuniti”.