Riportata alla luce a Selinunte l’agorà più grande al mondo. Sull’acropoli rinvenuti anche i resti del luogo sacro dei primi coloni greci. Leggiamo l’articolo per saperne di più.
La campagna di scavi è cominciata nel periodo precedente a quello della pandemia, e dapprincipio puntava a datare l’epoca di 2 templi ritenuti gemelli e denominati A e O, la cui edificazione sarebbe più recente rispetto a quella delle altre costruzioni circostanti. Le ricerche hanno però dimostrato che il tempio A risale ad un’epoca precedente a quella di O, i cui lavori si sono interrotti a causa di un cedimento del terreno.
Di particolare importanza sarebbe anche la scoperta che sotto l’edifico A, è presente una falda d’acqua, con ciò acclarando l’ipotesi che quella porzione di terreno dovrebbe costituire il primo insediamento dei coloni greci, fissato da Tucidide al 628 a.C. e da Diodoro al 650 a. C.
Gli scavi interessati sono stati condotti nel parco archeologico di Selinunte sotto la supervisione di Clemente Marconi. L’anelata scoperta è stata il frutto della collaborazione di due significative missioni internazionali, organizzate rispettivamente dall’Institute of Fine Arts della New York University e dall’Università degli studi di Milano, con l’ausilio della squadra dell’Istituto Archeologico Germanico.
Ciò che è emerso riguarda la più grande agorà al mondo, consistente in 33 mila metri quadrati di grandezza. Unitamente all’area in oggetto, sono stati dissotterrati anche preziosissimi monili, quali lo stampo per fondere uno scettro di bronzo, la cui funzione risulta ancora ignota, e una sirena di avorio. Ma anche amuleti e altri preziosi di grande raffinatezza e manifattura, simili a quelli ritrovati a Delfi.
I ritrovamenti potrebbero anche innescare la riconsiderazione di alcuni aspetti dati finora per assodati. Come accennato, soprattutto per quanto riguarda l’origine della colonia greca di Selinunte.
L’importanza dell’incredibile scoperta
Stando a quanto dichiarato dallo studioso Clemente Marconi, i risultati sarebbero della massima importanza. Per comprendere e contestualizzare meglio ciò di cui si sta parlando, basti prendere in esame che l’intervento di scavi ha riportato alla luce un’area grande 2 volte Piazza del Popolo a Roma. La campagna di ricerca è stata condotta all’interno del parco archeologico siciliano, considerato il più vasto d’Europa con i suoi 270 ettari di territorio.
Tra gli elementi di particolare interesse all’interno del parco, ci sarebbe anche la presunta tomba del fondatore dell’antichissimo insediamento, Pammilo da Megara Hyblaea.
“Una conca d’oro che impressiona per la sua ampiezza e il suo fitto mistero”, commenta con un certo sorriso disegnato sul viso il Direttore del parco Felice Crescente; a cui fa eco l’Assessore alla Cultura della Regione Siciliana, Alberto Samonà, che riferendosi allo spazio in questione ha dichiarato:
“dà l’dea della magnificenza di questa città e della sua straordinaria essenza”.