Luca Serianni, dopo 3 giorni di coma, è morto, lasciando un vuoto enorme nei cuori di studenti, professori, scrittori e letterati di tutta Italia.
Purtroppo non ce l’ha fatta. Dopo tre giorni di coma, lo stimato professore e filologo Luca Serianni è morto. Le sue condizioni erano apparse già gravi lo scorso 18 luglio, quando era stato investito da una donna a Ostia, paesino litoraneo che non ha mai abbandonato in tutta la sua vita, sulle strisce pedonali, mentre attraversava, da un’auto all’incrocio fra via Isole del Capo Verde e via dei Velieri.
Lo scontro violentissimo con l’auto aveva mandato Serianni subito in come irreversibile, fino ad oggi, quando è arrivata la notizia della sua dipartita a 74 anni. Il professore, infatti, aveva riportato una grave emorragia cerebrale con cui non c’è stato nulla da fare. A comunicare la morte del professore è stata la famiglia su Twitter che si è prodigata a ringraziare: “tutti coloro che in questi giorni hanno manifestato il loro affetto”, esprimendo anche “la loro personale gratitudine al personale sanitario dell’Ospedale San Camillo di Roma”.
Sin da subito sono arrivati messaggi di cordoglio che hanno dimostrato quanto Luca Serianni fosse un punto di riferimento importante per la nostra lingua e cultura: “La scomparsa di Luca Serianni è una grave perdita per il mondo della cultura italiana, privata dell’intelligenza, la capacità e la sensibilità che lo hanno sempre contraddistinto nello studio e nella docenza della storia della lingua italiana”, ha ricordato il ministro della cultura Dario Franceschini.
Luca Serianni: una vita per la cultura
Luca Serianni è nato a Roma il 30 ottobre 1947, in una capitale da ricostruire dopo le macerie della guerra e del fascismo. Fu allievo della scuola di Arrigo Castellani, importante linguista e filologo italiano, è si laureò nel 1970 in Lettere alla Sapienza di Roma. Le sue prime esperienze da professore universitario iniziano all’ateneo di Siena, per poi insegnare anche a l’Aquila e Messina.
Nel 1980, Luca Serianni aveva deciso però di tornare a casa, ottenendo alla Sapienza la cattedra di Storia della lingua italiana, conducendo anche diverse ricerche su alcuni aspetti della storia della lingua italiana a partire dal Medioevo, quando prende piede la prima vulgata. Ma non solo. Insieme dal 2004 curò il più importante dizionario della lingua italiana: il Devoto-Oli. E si occupò di successivi studi, suddivisi in tre volumi, sulla Storia della lingua italiana.
Luca Serianni, infatti, è stato un professore appassionato, innamorato della nostra lingua, tanto da diventare socio dell’Accademia della Crusca e dell’Accademia dei Lincei e vicepresidente della Società Dante Alighieri. Ma ottenne anche importanti riconoscimenti internazionali, come la laurea honoris causa dall’Università di Valladolid e il dottorato honoris causa dell’Università di Atene. Nel 2017 Serianni andò in pensione: la sua ultima lezione si tenne 14 giugno alla Sapienza in cui trattò il tema dell’insegnamento dell’italiano nell’università e nella scuola.
Anche se sono passati cinque anni da quel momento, gli studenti della Sapienza hanno ricordato sui social con affetto e ammirazione un grande intellettuale del nostro tempo. “Il suo ricordo resterà per sempre vivo. Non è affatto vero che il mondan romore è un fiato di vento. Il sorriso dei giganti la morte non può portarlo con sé. Arrivederci, Luca #Serianni. E grazie di tutto”, ha scritto un utente.
“Ogni tanto penso a Serianni e mi dispiace troppo, mi ha insegnato a scrivere sé stesso con l’accento e non me lo dimenticherò mai. Tutta la classe sapienza 2016/17 diffonderà il verbo”, ha commentato ancora un’altra studentessa.