Come chiarito dalla Carta, dopo lo scioglimento delle camere devono passare non oltre 70 giorni per il ritorno alle urne. Ma c’è un grande ostacolo: quello della legge di bilancio
Non è di certo un procedimento spedito e snello quello della nascita di un nuovo governo.
Fra l’indizione delle nuove elezioni e l’insediamento delle camere i tempi sono, indubbiamente, lunghi, ma questo perché sono scanditi dalla Costituzione.
Calcolando le tempistiche, dopo le dimissioni di Draghi il nuovo governo, fra elezioni e procedure, si insedierebbe, come segnala anche il Fatto Quotidiano, ad autunno inoltrato.
Un periodo, però, tutt’altro che consono, considerando che proprio a metà ottobre dovrà essere votata la legge di bilancio.
Elezioni politiche: le possibili date del voto
Come anticipato e come stabilito dall’art.61 della nostra carta, “le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti”.
Anche in passato, d’altronde, le tempistiche sono state sempre all’incirca quelle, ossia un arco temporale che va dai 60 ai 70 giorni.
Tempi, questi, necessari per consentire ai partiti di portare a termine tutti gli adempimenti del caso, come la presentazione delle liste per i partiti che non hanno gruppi parlamentari (tra 1.500 e 2mila firme in ogni circoscrizione proporzionale per i partiti che non hanno gruppi parlamentari) e la preparazione della campagna elettorale.
Considerando queste tempistiche, se si scioglieranno le camere nei prossimi giorni il primo giorno utile per poter andare al voto sarebbe il 25 settembre.
Per evitare, però, una campagna elettorale in piena estate si potrebbe palesare una seconda ipotesi, ossia che le camere vengano sciolte oltre la finestra temporale di questa settimana, per far sì che la seconda data utile possa essere quella del 2 ottobre.
Se, come recita sempre l’art. 61 “la prima riunione delle Camere ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni”, si potrebbe arrivare votare fra il 15 e il 22 ottobre, ma risulterebbe problematico ai fini della votazione della legge di bilancio.
Come riporta sempre il Fatto, in passato, nel 2018, il voto fu il 4 marzo e il governo Conte I si insediò tramite giuramento il 1° giugno, ossia 90 giorni dopo; nel 2013 si votò il 24 febbraio e il governo Letta si insediò il 28 aprile, quindi 63 giorni dopo.
Il governo Berlusconi nel 2008, invece, 25 giorni dopo.