Il blocco commerciale sudamericano del Mercosur ha rifiutato la richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di prendere parte al suo prossimo vertice.
La decisione è stata confermata dal Paraguay, uno dei Paesi che fa parte del blocco.
I quattro membri del Mercosur, vale a dire Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay, non sono riusciti a raggiungere un accordo sulla richiesta di Zelensky, presentata al paese ospitante (il Paraguay, ndr) la scorsa settimana. Il viceministro degli esteri Raul Cano ha confermato il divieto nei confronti del presidente ucraino, senza specificare quali stati abbiano espresso parere contrario.
La richiesta di Zelensky riguardava la possibilità di intervenire durante il 60° vertice dei presidenti del Mercosur, in programma questa settimana.
Ma cos’è il Mercosur? Come accennato, si tratta del mercato comune dell’America meridionale, istituito nel 1991 con il Trattato di Asuncion. Tra i membri a pieno titolo figurerebbe anche il Venezuela, anche se da qualche anno il Paese è sospeso per scorrettezze nei rapporti di mercato sudamericani.
Fin dal primo giorno di invasione russa, cominciata il 24 febbraio, Volodymyr Zelensky si è rivolto a diversi parlamenti nazionali, oltre a forum regionali e internazionali: tra questi la NATO, il G7, il World Economic Forum, le Nazioni Unite e persino il Festival di Cannes. In tutte queste occasioni Zelensky è intervenuto riportando la situazione drammatica che sta vivendo l’Ucraina in questi mesi.
Il leader ucraino ha parlato la scorsa settimana con il presidente del Paraguay Mario Abdo Benitez, chiedendo di poter parlare a un vertice del Mercosur che si terrà giovedì, dopo una riunione ministeriale programmata per il giorno precedente.
“Non c’era consenso”, ha detto Cano, aggiungendo che la decisione era già stata comunicata a Kiev.
Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, la cui presenza al vertice non è stata confermata, ha affermato che il suo Paese manterrà una posizione “neutrale” in merito alla guerra tra Russia e Ucraina. Bolsonaro si era recato a Mosca per colloqui con il presidente russo Vladimir Putin lo scorso febbraio, pochi giorni prima dell’invasione.
Il mese scorso, sempre Bolsonaro aveva affermato di aver ricevuto assicurazioni da Putin che la Russia avrebbe continuato a fornire il fertilizzante tanto caro al gigante agricolo sudamericano. E non è tutto, perché la scorsa settimana il Brasile ha dichiarato che avrebbe acquistato quanto più diesel possibile dalla Russia, nonostante le sanzioni internazionali contro Mosca.
Anche il presidente argentino Alberto Fernandez si trovava a Mosca all’inizio di febbraio. Il giorno dell’inizio dell’invasione, il 24 febbraio, Fernandez ha postato un tweet esortando tutte le parti “a non usare la forza militare”.
“Chiediamo alla Federazione Russa di porre fine alle azioni intraprese e che tutte le parti coinvolte tornino al tavolo di dialogo”, aveva detto il presidente dell’Argentina.
Tuttavia, né il Brasile né l’Argentina hanno firmato la risoluzione dell’Organizzazione degli Stati americani (OAS) del 25 febbraio che condannava la guerra, mentre Uruguay e Paraguay hanno aderito.
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