Dopo l’aggressione subita da una giornalista del Giornale Rai ad Anzio, la conduttrice napoletana esprime la sua solidarietà alla collega e stigmatizza il gesto. In studio si commenta anche la sentenza sul caso Mollicone. Cerchiamo di capire meglio cosa sia successo.
Roberta Capua è la co-conduttrice de La Vita in diretta estate, format di Rai 1 presentato al fianco di Gianluca Semprini.
Puntata delicatissima quella de La Vita in diretta estate. Oltre alle tensioni sul caso Mollicone, se ne sono aggiunte altre per via dell’aggressione della giornalista Valeria Riccioni, inviata ad Anzio per il giornale Rai per seguire le indagini sull’omicidio Muratovic, il pugile rimasto ucciso con una coltellata dopo una lite. L’accaduto ha posto l’accento sul rischio che gli inviati corrono nell’espletamento del proprio dovere. L’atto di violenza si registra proprio davanti al commissariato di polizia. Lo scrivono in una nota il Cdr del Giornale Radio e l’esecutivo Usigrai:
“Ancora una giornalista aggredita mentre svolgeva il proprio lavoro. Questa volta è successo a una collega del Giornale Radio Rai, Valeria Riccioni, aggredita davanti al commissariato di Anzio”.
Una triste vicende che avrebbe potuta essere evitata. Al riguardo Roberta Capua ha commentato l’accaduto:
“Ad accrescere la tensione ad Anzio ieri la madre del pugile ha aggredito la collega Valeria Riccioni del giornale Rai a cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza”.
“Insulti, spintoni, urla solo per aver cercato di fare il proprio dovere. Il Cdr insieme all’Usigrai oltre a denunciare l’accaduto tornano a chiedere condizioni di sicurezza per i cronisti che ogni giorno informano il pubblico garantendo con il loro lavoro diritto dei cittadini ad essere informati”
“L’aggressione – ha spiegato Valeria Riccioni a Uno Mattina Estate– è avvenuta domenica, io ero inviata ad Anzio per seguire i fatti dell’omicidio, sono andata ad Anzio la mattina, proprio sul lungomare dove sono avvenuti i fatti, poi nel primo pomeriggio è stato arrestato il papà della vittima e mi sono spostata al commissariato”.
Il padre si era infatti scagliato contro alcuni buttafuori rei, a suo avviso, di non aver difeso il figlio.
“Il papà – ha raccontato ancora la giornalista di Rai Gr1 – aveva aggredito due dei buttafuori che erano presenti sabato notte, accusandoli di non aver protetto il figlio nel momento in cui era avvenuta la rissa”. Ed è qui che è avvenuta l’aggressione: ‘Quando sono arrivata al commissariato c’erano amici e parenti delle vittime, c’erano molte persone, il clima era molto teso e agitato, c’era il dolore per la morte di un 25enne, e dall’altra una grande agitazione”.
Dopo la vicenda dell’aggressione di Valeria Riccioni, inviata del giornale Rai, si parla in studio della sentenza sulla nota vicenda dell’omicidio di Serena Mollicone, in cui gli imputati sono stati tutti assolti. Salgono quindi tensione e rabbia, e Semprini commenta:
“E’ arrivata la sentenza con tanta polemica”.
Dopo 10 ore di camera di consiglio, è giunto il verdetto. Il giudizio della Corte d’Assise di Cassino assolve Franco Mottola, la moglie e il figlio per non aver commesso il fatto. Per loro erano stati chiesti rispettivamente 30, 21 e 24 anni di reclusione per omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Secondo l’accusa la giovane sarebbe rimasta vittima nella caserma dei Carabinieri di Arce, dove il Mottola era maresciallo.
Una sentenza che mentre è stata accolta con favore dai Mottola, la famiglia di Serena ha criticato e respinto. Al riguardo lo zio della vittima ha dichiarato:
“La verità è ben altra, non ci fermeremo di fronte a questa meschinità”.
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