Il taglio del gas da parte della Russia rischia di portarci a subire misure da austerity tra le peggiori mai viste da mezzo secolo a questa parte.
E’ quanto sostiene Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, che in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Giornale non ha usato giri di parole per descrivere quello che potrebbe essere lo scenario futuro in seguito al conflitto russo-ucraino.
Tabarelli, infatti, ha parlato della crisi che sta aggravando moltissimo il bilancio delle famiglie italiane, costrette a far fronte ad aumenti relativi a luce e gas ma anche all’inflazione dei prezzi dei generi alimentari.
Come noto, il governo Draghi (in questo momento fortemente a rischio in seguito allo strappo del Movimento 5 Stelle) ha messo in campo una serie di misure di sostegno economico per consentire ai nuclei familiari di fronteggiare gli aumenti.
Tuttavia, secondo Tabarelli questi provvedimenti, come l’ultimo DL Aiuti, rappresentano solo delle ‘pezze’: per il presidente di Nomisma Energia serviranno anni per affrontare la crisi in maniera strutturale e in questo momento nessun governo è in grado di farlo.
Ecco perché Davide Tabarelli non esclude che nel prossimo futuro si possa ricorrere ad alcune decisioni drastiche, come ad esempio quella del lockdown energetico.
“È un rischio concreto – afferma il presidente di Nomisma Energia – Se la Russia ci taglia tutte le forniture di gas, potremmo essere costretti per alcuni giorni a chiudere le scuole, gli uffici pubblici e le fabbriche, proprio come durante la pandemia”.
L’esperto ricorda che per diventare indipendenti dalla Russia saranno necessari anni, probabilmente quattro o cinque. “Per il prossimo inverno abbiamo trovato delle alternative, anche con misure eccezionali come la riapertura delle centrali a carbone, solo per 15 dei 29 miliardi di metri cubi di gas che abbiamo importato dalla Russia l’anno scorso”, dice Tabarelli al Giornale.
Oltre a ricordare che ci sarebbero centinaia di migliaia di metri cubi di risorse da usare, ma che non si riesce a sfruttare “nemmeno quelle già scoperte”, Tabarelli fa presente il caso della Basilicata, dove si trova il più grande giacimento di petrolio su terra in Europa.
“Ha una produzione limitata, che non arriva a 100mila barili al giorno – afferma il presidente di Nomisma Energia – Abbiamo due giacimenti che potrebbero dare una produzione almeno tre volte superiore, ma non se ne parla perché in Italia tutti sono contro le trivelle”.
Un affondo che poi si concretizza nei confronti di quella che è la forza politica maggiormente contraria alla produzione di idrocarburi, ovvero il Movimento 5 Stelle.
Infine, nell’intervista Davide Tabarelli precisa di essere favorevole alle rinnovabili, ma fa presente come questo inverno si corra davvero il rischio di vivere un incubo: “In caso di ulteriori ritorsioni russe, passeremo dei giorni un po’ più al freddo e con le luci un po’ più spente”.
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