Dopo la pandemia di Covid-19 e l’attenzione piuttosto marcata sull’evoluzione del vaiolo delle scimmie, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha aumentato il livello di allerta anche per un’altra malattia che preoccupa molto gli esperti.
Si tratta del virus Marburg, che fa parte della stessa famiglia del virus Ebola e che scatena una febbre emorragica virale fortemente infettiva. I sospetti casi di virus Marburg (finora sono solo due, ndr) sono stati individuati in Ghana e sono in corso gli opportuni accertamenti, ma nel frattempo sia l’OMS che le autorità locali si stanno organizzando al meglio per fronteggiare un’eventuale epidemia.
La positività per virus Marburg è emersa nell’analisi preliminare dei campioni prelevati ad entrambi i pazienti, che ora sono stati inviati all’Institut Pasteur di Dakar, in Senegal – centro che collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità – per la conferma. Tutti e due i soggetti sono deceduti.
Ma come si trasmette il virus Marburg? Come chiarito dagli esperti, la trasmissione avviene dai pipistrelli della frutta alle persone, diffondendosi poi tra gli esseri umani attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei, le superfici e i materiali infetti.
Nei focolai che si sono sviluppati in passato, il tasso di mortalità da virus Marburg si è rivelato molto alto: in base al ceppo del virus (e della risposta all’emergenza) la quota oscillava tra il 24% e l’88%.
Con le cure e i trattamenti specifici ci sono più probabilità di sopravvivenza. “Sono in corso di valutazione una serie di possibili trattamenti, tra cui emoderivati, terapie immunitarie e terapie farmacologiche”, afferma l’OMS. Al momento non sono disponibili vaccini o terapie antivirali.
Quali sono i sintomi del virus Marburg? La malattia si manifesta con mal di testa, rigurgiti di sangue e dolori muscolari. Il primo focolaio venne individuato nel 1967 in Germania Occidentale, a Marburg (da qui il nome dato al virus) e Francoforte.
In seguito si sono verificati focolai sporadici in diversi stati africani, tra cui Angola, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Sudafrica e Uganda. Circa un anno fa è stato individuato un caso anche in Guinea, precisamente nella prefettura di Gueckedou.
Patrick Kuma-Aboagye, direttore generale del servizio sanitario del Ghana, ha fatto sapere che le 34 persone che hanno avuto contatti con i due pazienti deceduti in seguito al virus Marburg “sono stati identificati e messi in quarantena” e ora si trovano “sotto la supervisione della Direzione regionale di sanità di Ashanti”.
“Stiamo lavorando da vicino per aumentare il rilevamento, il tracciamento dei contatti e siamo preparati per controllare la propagazione del virus”, ha poi aggiunto il rappresentante dell’Oms nel Ghana, Francis Kasolo, precisando che l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta anche mettendo a disposizione vari esperti per aiutare le autorità ghanesi.
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