E’ morto a 82 anni l’attore statunitense James Caan, l’indimenticato e indimenticabile Sonny ne “Il Padrino”.
Partiamo da una premessa fondamentale: se non avete mai visto “Il Padrino“, è arrivato il momento di recuperare la bellissima trilogia firmata Francis Ford Coppola. Nel caso in cui però, non vogliate vedervi più di 9 ore di film, potreste anche – per gentile concessione questa volta – vedere solo il primo dei tre film capolavoro. Si tratta, infatti, di una pietra miliare del cinema internazionale, e su questo non ci piove, uscita ben 50 anni fa.
Eppure, oltre alla bravura eccezionale di Marlon Brando e di un giovanissimo, ma promettente, Al Pacino, uno dei personaggi rimasto indimenticabile e indimenticato è proprio Sonny Corleone, il violento, ribelle, pazzo e fuori dagli schemi primo genito e fratello maggiore di Michael. Non vi diciamo come finisce, solo per farvi recuperare la trilogia.
Fatto sta che quell’incredibile interpretazione da ragazzo tormentato che convive pesantemente con la sua rabbia, tanto da farne la sua ragion d’essere a discapito della famiglia stessa, ha reso James Caan un attore apprezzatissimo e assolutamente convincente davanti la macchina da presa, capace con il suo personaggio di ottenere anche una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista.
Purtroppo, però, James Caan è morto mercoledì scorso in California all’età di 82 anni. A dare l’annuncio della sua scomparsa è stata la famiglia Caan su Twitter: “È con profondo dolore che vi informiamo della morte di Jimmy nella serata del 6 luglio. La famiglia apprezza le manifestazioni di affetto e sentite condoglianze e chiede che continuate a rispettare la sua privacy in questo momento difficile”. Sia la sua famiglia che il suo manager si sono rifiutati di rendere note le cause della morte.
James non deve morire
Forse in quella rabbia così reale, pungente e sentita si riversava anche parte di vita vera, quando insomma realtà e finzione si mescolano insieme, dando forma a qualcosa di unico e irrepetibile, perché frutto dell’esperienza. James Caan, infatti, è nato il 26 marzo 1940 nel Bronx, un quartiere difficile, degradato, spesso ghettizzato e palcoscenico di violenza continua.
Ma oltre a Sonny – ruolo per il quale viene anche scambiato davvero per italo-americano – James Caan è riuscito a costruirsi una carriera stabile e duratura tra gli anni Settanta e Ottanta, prendo parte a diverse pellicole cinematografiche. Dopo “Il Padrino”, infatti, l’attore è riuscito ad affermarsi come un giovane interprete da tenere d’occhio. Già nel 1966 aveva ottenuto un ruolo importante nel film western “El Dorado”, insieme a John Wayne e Robert Mitchum.
In “The Rain People”, film del 1969 che lo vede lavorare per la prima volta fianco a fianco con Coppola, ha ottenuto il riconoscimento della critica per la sua interpretazione di un ex giocatore di football ingenuo. E grazie a “Brian’s Song” uno dei primi film per la televisione, ricevette anche una nomination agli Emmy come miglior attore per l’interpretazione di Brian Piccolo, storia vera di un giocatore di football morto di cancro nel 1970 a 26 anni.
Tuttavia, l’altro ruolo iconico di James Caan arriva nel 1990 con “Misery non deve morire“, tratto dal romanzo di Stephen King, dove l’attore statunitense recita la parte di uno scrittore sequestrato e torturato da Kathy Bates.