L’euro è ai suoi minimi storici, perdendo punti rispetto al dollaro. Pandemia, guerra e sanzioni non hanno di certo tutelato la salute dell’eurozona. Ma quali sono le conseguenze?
L’euro è scivolato al livello più basso in assoluto nella sua storia ventennale rispetto al dollaro. Il tutto mentre gli investitori fronteggiano la prospettiva di una crisi energetica che paventa il rischio di recessione per l’eurozona. La valuta comune, infatti, è scesa dell’1,8% a 1 dollaro. Si tratta del livello più debole dal dicembre 2002, appesantito anche dalla minaccia del gas russo che potrebbe interrompere l’attività industriale in tutta la regione, se la Russia chiudesse i rubinetti.
Come riportato da ‘Bloomberg’, ora c’è una probabilità del 60% che la valuta comune continui il suo calo, arrivando ad una condizione di parità rispetto al dollaro, entro la fine dell’anno. “La parità è solo una questione di tempo“, ha affermato – sempre come riportato da Bloomberg – Neil Jones, responsabile delle vendite FX alle istituzioni finanziarie di Mizuho. L’Europa, infatti, sta pagando lo scotto della guerra, delle sanzioni, dell’inflazione, nonché ancora gli strascichi economici della pandemia che ancora si fanno sentire.
Proprio per questo, martedì il gabinetto tedesco ha approvato una legge che consenta di salvare le loro società energetiche in difficoltà, nel tentativo di evitare che la crisi dell’offerta si insinuasse nell’economia in generale, indebolendola ulteriormente. Sappiamo bene come la Russia sia il principale fornitore di gas per Paesi come Germania e Italia, che già hanno risentito dei pesanti tagli alle provvigioni di gas. Soprattutto Berlino sta facendo i conti con la chiusura del gasdotto Nord Stream. Ma cosa accade ora all’euro?
Sempre nell’articolo di Bloomberg, si leggono anche le considerazioni di Dominic Bunning, capo della European FX Research presso HSBC, il quale prospetta una situazione abbastanza complicata per l’euro. “È molto difficile trovare qualcosa di positivo da dire sull’euro. C’è anche uno scarso supporto proveniente da rendimenti più elevati”, affermato.
La Bce starebbe valutando una politica meno aggressiva rispetto ai tassi d’interesse, tema questo molto dibattuto nelle ultime settimane. Eppure, il calo dell’euro mette la banca centrale europea in una posizione incerta e inedita. Mai in vent’anni l’euro sui mercati era stato così debole rispetto al dollaro.
Secondo Jordan Rochester, analista di Nomura, il movimento al ribasso dell’euro è solo un “segnale di avvertimento” di ciò che accadrà alla fine del mese se il gasdotto Nord Stream 1 verrà chiuso definitivamente. “Siamo convinti ancora di più che la coppia EUR/USD infrangerà la parità verso 0,98 ad agosto, con il rischio di un movimento non lineare verso 0,95”, ha aggiunto.
Gli investitori sono stati anche più cauti sull’euro a causa del rischio della cosiddetta frammentazione che avviene quando le nazioni economicamente più deboli vedono picchi ingiustificati degli oneri finanziari a causa dell’inasprimento delle condizioni finanziarie. La BCE dovrebbe fornire ulteriori dettagli su un nuovo strumento per bloccare il debito dei paesi più vulnerabili durante la riunione politica di fine mese. Tuttavia la situazione resta abbastanza tesa, anche a causa dell’imprevedibilità economica del Cremlino, che non ha più nulla da perdere.
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