Il cittadino afroamericano di 25 anni è stato trivellato con 60 colpi da parte della polizia. Tutti i casi precedenti dei “George Floyd” d’America
Lo hanno letteralmente freddato con ben 60 colpi Jayland Walker, un 25enne afroamericano.
Succede, ovviamente, in America, precisamente in Ohio. La vicenda risale lo scorso lunedì ma i filmati rilasciati dalla stessa polizia di Akron sono stati visibili solo nelle ultime ore.
Non è, ovviamente, la prima volta che accade, ragione per la quale la famiglia vuole vederci chiaro sull’accaduto.
Il giovane, infatti, nonostante fosse trovato disarmato, è stato brutalmente aggredito da parte della polizia.
Vediamo l’accaduto e i precedenti.
L’uomo viaggiava a bordo della sua auto quando, dopo aver commesso un’infrazione stradale, la polizia ha tentato di fermarlo.
Walker, in preda al panico, si è dato alla fuga. Un inseguimento durato 6 minuti e che, a detta degli agenti, sarebbe terminato con un primo sparo da parte della vittima.
Il 25enne ha poi abbandonato la fuga per fuggire il più possibile lontano dagli agenti di polizia, con indosso un passa montagna ma senza pistola.
Gli agenti impegnati nell’inseguimento erano 8.
90, in tutto, i colpi partiti, 60 il numero delle ferite da arma da fuoco sul corpo della vittima.
Gli agenti sono ora sospesi per verificare quanto accaduto e quale fosse stata la necessità di crivellare un cittadino disarmato con 60 colpi.
I cittadini, nel frattempo, hanno organizzato una protesta che durerà tutta la settimana per chiedere giustizia per il giovane afroamericano.
La questione dell’abuso di potere e di violenza da parte della polizia statunitense è, oramai, una questione a dir poco conclamata che richiederebbe provvedimenti d’urgenza.
Dopo la morte di George Floyd, che è stato indubbiamente il caso più eclatante, sono tantissimi altri i casi di violenza su cittadini afroamericani da parte della polizia statunitense.
Fra questi citiamo Mario Arenales Gonzales, un 26enne ispanico ucciso soffocato da un poliziotto che gli ha compresso il torace con un ginocchio.
7 mesi dopo la morte di George Flolyd la polizia di Minneapolis uccise, sempre durante un fermo, un altro cittadino afroamericano.
Venne poi fuori il caso di Ronald Greene, un afroamericano di 49 anni linciato dagli agenti di polizia.
A nulla valsero le sue suppliche: “Mi dispiace… sono un vostro fratello.. ho paura..”.
L’unica preoccupazione degli agenti, che hanno lasciato l’uomo riverso a terra per nove minuti è stata:“Spero che questo figlio di p****a non abbia l’Aids”.
Sempre gli agenti di Minneapolis e sempre durante un controllo statale avvenne l’omicidio del ventenne Daunte Wright.
I casi, in realtà, sono molto più numerosi, e ci siamo limitati a riportare quelli più eclatanti.
Ma la scia di violenza e odio razziale è destinata a seminare altre vittime come Jayland se lo Stato non interverrà regolando i limiti degli agenti di polizia dinanzi a questi casi.
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