Sono sei i morti attualmente accertati in seguito alla tragedia della Marmolada, mentre altri otto risultano feriti, con una ventina di persone ancora dispersa.
Un terribile disastro che sta già scatenando dibattiti e polemiche, specialmente in merito ai tanti allarmi sul riscaldamento globale puntualmente inascoltati.
Come si può vedere anche dai video che stanno circolando in rete, in seguito al crollo di un pezzo di ghiacciaio tra Punta Rocca e Punta Penia si è scatenata una valanga che ha travolto diverse persone. Per quanto riguarda i dispersi si spera sempre nel miracolo, ma il capo della Protezione civile del Trentino, Raffaele De Col, ha già fatto sapere che le possibilità di trovare qualcuno in vita sono davvero minime.
La Procura di Trento ha già aperto un fascicolo sul crollo del seracco. Gli inquirenti parlano di “una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l’identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati”.
Il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, ha detto all’Adnkronos che il numero delle vittime è destinato a salire nelle prossime ore. “Temo che le vittime aumentino almeno del doppio se non del triplo visto il numero dei dispersi e il fatto che siano rimaste parcheggiate 16 auto”, ha detto Raimondi. Le vetture si trovano nei parcheggi attorno al lago Fedaia, da cui partono gli attacchi dei sentieri che portano alla Marmolada.
Nel frattempo sono state identificate le prime vittime. Si tratta di tre cittadini italiani, uno di nazionalità ceca, un uomo e una donna. Una delle vittime è originaria della provincia di Vicenza, mentre un’altra è della provincia di Treviso: sono entrambe guide alpine. Sembra veneta anche una terza persona identificata.
Al momento le identità delle vittime è ignota, ma tra i dispersi c’è Filippo Bari, 27enne di Mola (Vicenza), padre di un bimbo. Filippo ha mandato una foto alla famiglia proprio mentre si trovava nei pressi del ghiacciaio.
“La frana l’abbiamo vista da sopra, noi eravamo più in alto rispetto a dove si è staccato il ghiaccio”: sono le parole di Elisa Dalvit, testimone oculare del disastro della Marmolada. La donna ha raccontato l’accaduto al programma Morning News su Canale 5.
“Ho nelle orecchie ancora quel rumore che non si può descrivere, lo stacco e le persone che volano – ha poi aggiunto la testimone oculare – Siamo rimasti immobili, abbiamo pensato di chiamare i soccorsi e di scendere dall’altra fermata per non intralciare i soccorsi. Sicuramente c’erano una trentina di persone, visivamente parlando”.
“Quel papà è un papà d’oro che non porta a morire suo figlio – ha poi detto Elisa Dalvit – Certo, non si avventurerebbe mai con suo figlio se pensasse che ci sia qualcosa che potrebbe metterlo in pericolo. Su questo le do ragione. Anche voi non credevate che che potesse succedere un cosa simile”.
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