Dopo il no della Francia all’estradizione di 10 ex terroristi rossi arrestati nell’ambito dell’operazione ‘Ombre rosse’ nell’aprile 2021, è arrivata anche la sospensione dell’estradizione in Italia del boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito, attualmente in Brasile.
Morabito, ritenuto uno dei più importanti trafficanti internazionali di droga al mondo, non verrà estradato per decisione del Ministero della Giustizia, che ha già provveduto ad informare la Corte Suprema Federale della sospensione.
Il motivo è la possibile apertura di un procedimento nei suoi confronti da parte della giustizia brasiliana: sulla testa del 56enne penderebbe infatti un mandato di arresto presentato a San Paolo.
E dire che solo qualche giorno fa, precisamente il 24 giugno, era stato respinto l’ultimo ricorso presentato dai legali del trafficante internazionale. Di conseguenza, la giudice del massimo tribunale, Cármen Lúcia, aveva disposto l’estradizione in Italia entro un mese.
Proprio in virtù di questa decisione, il sottosegretario alla Giustizia brasiliano, Josè Vicente Santini, aveva autorizzato la consegna del boss della ‘ndrangheta alle autorità italiane, ma la segnalazione di un mandato di arresto nei suoi confronti ha bloccato tutto.
La vicenda di Rocco Morabito segue quella dei 10 ex terroristi rossi: la Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi ha infatti negato per loro l’estradizione richiesta dall’Italia. Una decisione di cui non ancora si conoscono le motivazioni e che potrà essere impugnata dalla procura generale francese.
Tra i dieci ex terroristi figura anche Giorgio Pietrostefani, ex militante di Lotta Continua, tra i mandanti dell’omicidio del commissario di polizia e addetto alla squadra politica della Questura di Milano, Luigi Calabresi, avvenuto il 17 maggio 1972 dinanzi alla sua abitazione.
La decisione della Francia ha suscitato molta indignazione nel mondo politico italiano. Già alla lettura della sentenza un gruppo di italiani guidato dal leghista Daniele Belotti aveva gridato “Assassini”.
Il PD parla di “delusione” e di “decisione grave che avrà implicazioni”. Durissima anche Giorgia Meloni, che ritiene la sentenza “inaccettabile e vergognosa”.
“Ci eravamo illusi che la ‘dottrina Mitterrand’ fosse finita. Prendiamo atto che non è così. I familiari delle vittime meritano verità e giustizia”, ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia.
Nel frattempo, proprio in virtù della mancata estradizione dei 10 ex terroristi rossi, il legale di Cesare Battisti ha chiesto l’amnistia per il suo assistito.
“Ora chiudiamo quella fase storica: o con l’amnistia per Battisti e gli altri detenuti oppure cercando forme alternative al carcere di espiazione della pena”, ha detto l’avvocato Davide Steccanella.
Come noto, Cesare Battisti – ex esponente dei Proletari armati per il terrorismo – sta scontando l’ergastolo in Italia in seguito all’arresto del 2019 in Bolivia.
Tra terroristi rossi e neri sono circa una ventina le persone ancora latitanti: i più famosi sono Alessio Casimirri e Alvaro Lojacono, entrambi ex Brigate Rosse, ma anche esponenti neri come Vittorio Spadavecchia, Pier Luigi Bragaglia e Mario Pellegrini.
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