Sta facendo il giro del web un filmato dove si intravede un gigantesco vortice di plasma ‘sparato’ dal Sole: si tratta di un tornado solare, alto quasi 20.000 chilometri.
Lo strepitoso filmato è stato catturato dall’astronomo Apollo Lasky lo scorso 21 giugno, come riportato anche dal sito SpaceWeather.com. Sembra che la straordinaria espulsione facesse parte di un “sistema di tempesta solare” e pare fosse abbastanza grande da “inghiottire la Terra”, se le distanze fossero state molto più ridotte.
Fortunatamente, l’eruzione non era rivolta verso il nostro pianeta: la maggior parte dell’espulsione di plasma è ricaduta sulla superficie solare, mentre il resto del materiale solare è stato scagliato nello spazio.
Apollo Lasky, che risiede in Illinois, si è servito di un telescopio solare da cortile per catturare il filmato. Sul suo profilo Astrobin, l’esperto afferma di essere famoso “per essere stato bandito da ogni forum di astronomia a causa del mio telescopio solare”, aggiungendo poi che la sicurezza è la sua priorità: “Niente di quello che faccio è pericoloso”.
L’enorme macchia solare preoccupa gli esperti: cosa succede?
Proprio nei giorni in cui questo filmato è diventato virale, gli esperti di meteorologia spaziale stanno tenendo d’occhio una “macchia solare enorme” che di recente pare addirittura raddoppiata.
La macchia instabile sulla superficie solare si trova direttamente di fronte alla Terra: pertanto, in caso di esplosione, potrebbe scagliare brillamenti solari verso il nostro pianeta.
Al momento questo scenario non è tra le ipotesi più accreditate, ma potrebbe diventare un’eventualità se la macchia solare continuerà a crescere e si comporterà in modo instabile.
D’altronde, anche la mattina del 13 giugno è stato osservato un bagliore sul Sole, definito “lungo e potente” dal Solar Dynamics Observatory, il telescopio spaziale della NASA che dall’orbita terrestre studia la nostra stella.
Il brillamento è stato definito di categoria M3.4, pertanto non si tratta di un livello eccezionalmente forte (la categoria più alta è la X, ndr): tuttavia, il brillamento era comunque abbastanza intenso da investire la Terra e scatenare blackout radio temporanei nella regione asiatica del Pacifico.
Le esplosioni solari sempre più frequenti in futuro: gli scenari
Come riportato anche dal sito Esquire, il bagliore del 13 giugno è stato associato ad un’espulsione di massa coronale (CME), una gigantesca nuvola di plasma surriscaldato che prende le distanze dal Sole a velocità elevatissime.
L’evento in questione è stato registrato del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO), una sonda della NASA/ESA. Sempre questa sonda è riuscita a scattare delle immagini davvero notevoli, che suscitano anche una certa impressione.
Sta di fatto che gli esperti del settore hanno già fatto sapere che le esplosioni solari saranno ancora più frequenti nei prossimi anni. Il ciclo solare sta infatti aumentando la sua intensità e nel 2025 raggiungerà il suo picco massimo.