L’emergenza rifiuti dilaga in tutta Italia, da Catania alla Capitale, e a Milazzo bloccano persino il mercato settimanale a causa della situazione igienico-sanitaria
Torna a tormentare tutta Italia l’emergenza riguardante lo smaltimento dei rifiuti.
Ad essere maggiormente colpite sembrano essere Roma e Catania, anche se non mancano i problemi in tutta la penisola.
La drammatica situazione nelle città siciliane, in particolare, considerando che l’emergenza riguarda anche Milazzo, Palermo, Ragusa e tantissime altre, ha spinto i consiglieri PD e M5S di Catania ha presentare la richiesta di commissariamento della regione contro il presidente Musumeci.
E a Roma, nel frattempo, i cittadini fanno fioccare le lettere di denuncia.
Emergenza rifiuti e carcasse di animali: il dramma della capitale
Non se la passa per niente meglio Roma, come emerge dai racconti della rubrica de Il Corriere chiamata “Una città, mille domande” e che raccoglie tantissime segnalazioni e proteste.
Nell’ultimo periodo tali segnalazioni si sono raddoppiate se non di più, e riguardano tutte la questione dei rifiuti.
Fra questi una riguardante la situazione a Balduina, dove l’immondizia non viene raccolta da più di 5 giorni, ma non solo.
Anche carcasse di animali, come quella di un gabbiano, è stata totalmente ignorata e continua ad emettere cattivo odore oltre che generare una situazione sanitaria ai limiti.
La situazione, ovviamente, si aggrava ulteriormente a causa dell’ondata di caldo che sta colpendo tutta l’Italia e che genera, oltre che l’aumento di cattivo odore, anche proliferazione di batteri.
In Sicilia non sanno dove mettere i rifiuti – chiesto il commissariamento di Musumeci
A Catania la spazzatura è talmente tanta che rischia di ostruire le vie di passaggio.
Il comune versa in una condizione “oltre l’emergenza”, come l’ha definita il consigliere del Secondo municipio Andrea Cardello.
Borgo Ognina, in particolare, come si vede dalla foto, ha le vie letteralmente invase dall’immondizia:
Ad aggravare la situazione è la pratica di appiccare roghi con i rifiuti. Un problema tanto ambientale quanto di sicurezza dei cittadini.
Questi ultimi, si legge sulle principali testate siciliane, sono esasperati dal fatto che la raccolta dell’immondizia salti di settimana in settimana, rendendo la situazione ingestibile.
I camion per la raccolta non riescono, infatti, a sostenere l’enorme quantitativo di immondizia, e risulta complicatissimo, in particolare, sciogliere il nodo dei rifiuti indifferenziati.
Complice la chiusura di molte discariche, che ha generato come primo effetto l’impossibilità, per quelle attive, di smaltire tutta la richiesta.
Anche le città che erano risultate immuni da tale problema, come Ragusa, si sono ritrovate in un pantano.
I rifiuti andranno dunque spediti fuori dall’isola, esattamente come è necessario fare per Roma, che potrebbe essere salvata da Torino.
Ma per entrambi i casi ci vorrà tempo.
Un’emergenza, questa, che come ha denunciato il gruppo consiliare del M5S di Ragusa è esplosa “con puntualità”, e che “con puntualità anche dalle nostre parti c’è la più totale impreparazione”.
Sempre il 5 Stelle assieme al PD hanno reso nota l’intenzione di chiedere il commissariamento della regione e di Musumeci per le inadempienze nella gestione dell’emergenza rifiuti, aggravata, come si diceva, dalla chiusura delle discariche.
Attualmente in Sicilia ne sono attive soltanto due: quella di Agrigento e quella di Gela, le uniche dopo la chiusura, stabilita dalla sentenza del TAR, di quella di Motta Sant’Anastasia.
Come può una regione così grande contare su soltanto due discariche, si chiedono in opposizione?
Ma è una domanda che, d’altronde, si pongono anche i cittadini normali.
E, si interroga giustamente Dagospia, come è possibile parlare di Expo 2030 quando la capitale e un’intera isola sono sommerse dai rifiuti?
Nel frattempo anche Palermo viene letteralmente sommersa dai rifiuti, che sono arrivati a oltre 190 tonnellate.
Difficile anche lì trovare una soluzione visto che, fra chi sta in ferie e chi non risponde al telefono, ogni proposta di risoluzione resta vana.
Si potrebbero utilizzare due enormi vasche attualmente vuote per contenere i rifiuti, ma l’amministrazione, fino ad ora, ha fatto orecchie da mercante.
“Basta discariche in Abruzzo”
Nel frattempo in Abruzzo si crea una problematica dal punto di vista opposto.
Legambiente, infatti, sta lamentando la creazione ulteriore di discariche in Abruzzo quando, a detta loro, la gestione rifiuti andrebbe affrontata diversamente.
“L’idea di paventare una emergenza rifiuti nella nostra regione, con raccolta differenzia salita al 65%, è un tema fuorviante”, ha dichiarato il presidente regionale abruzzese Giuseppe Di Marco. “Dobbiamo migliorare tutta la rete degli impianti che gestiscono la filiera dei rifiuti. Sono impianti che permettono di dare la risposta di sostenibilità anche ai nostri consorzi, che purtroppo sono sbilanciati sulle discariche”.