Un semplice sguardo al suo profilo per percepire una persona carica d’entusiasmo, molto intraprendente e solare, innamorata della sua famiglia e vogliosa di proseguire nel percorso iniziato nella sua terra adottiva.
Appare così, sui social, Francesca Scalfari, una donna di 45 anni che ha vissuto tra la Lombardia e la Calabria prima di decidere di intraprendere una nuova esperienza a Zanzibar, dove è riuscita a dare forma concreta a tutti i suoi desideri.
In vent’anni passati nell’arcipelago dell’Oceano Indiano la donna aveva realizzato praticamente tutti i suoi sogni, sia dal punto di vista professionale che personale. Dallo splendido resort intitolato a Sharazad all’amore di suo marito Simon, fino all’arrivo di un figlio.
Insomma, tutte le caratteristiche di quello che pareva essere un quadro idilliaco. Ma gli ultimi sviluppi hanno fatto emergere molto altro. All’inizio della scorsa settimana, come riportato anche dal Corriere della Sera, Francesca Scalfari è stata infatti arrestata assieme a suo marito Simon, ingegnere britannico di Preston, a poca distanza da Manchester.
Ma cosa ha fatto scattare le manette per la coppia? L’accusa formulata nei loro confronti è quella di riciclaggio di denaro. I guai sono scaturiti dai loro ex soci, Giovanni Viale e la moglie Isabella, originari di Bassano del Grappa, e riguarderebbero la distribuzione degli utili.
E’ il fratello di Francesca Scalfari, Marco, a spiegare al Corriere cosa sta accadendo e cosa rischia la coppia.
“All’inizio con il suo consueto ottimismo Francesca pensava che si trattasse di un fermo. Invece l’hanno incarcerata – dice il fratello – Lei si trova in cella con altre sei donne, lui in uno stanzone con 200 uomini, molti sono criminali, gli hanno pure rasato i capelli e tolto il cellulare”.
Poi il fratello Marco si sofferma sul rapporto con l’altra coppia, supponendo che ci sia dietro un complotto per incastrare sua sorella e il marito.
“Si sono conosciuti anni fa a Zanzibar. Una volta appreso del sogno di Francesca di trasformare la loro casa in un resort si sono proposti come finanziatori del progetto – prosegue Marco nel racconto al Corriere – Solo che dopo qualche anno hanno iniziato a fare manovre strane, per estromettere Simon e mia sorella dalla società. Hanno intentato tre cause civili contro di loro, tutte perse. E ora sono tornati all’attacco passando al penale”.
Stando a quanto ricostruito, sembra che nei primi tre anni di attività, in cui la gestione era affidata ai Viale, Francesca e Simon non avrebbero visto il becco di un quattrino. Situazione che si è poi invertita nel periodo successivo.
Stefano Toscano, console a Zanzibar, spiega come la coppia sia accusata di reati finanziari per i quali si rischiano 20 anni di carcere.
“Il nostro obiettivo è ottenere quanto prima i domiciliari”, aggiunge il console, mentre il fratello Marco sottolinea la gravità della situazione. “Non ci permettono di vederli, ho potuto incontrarli soltanto una volta per pochi minuti al mio arrivo – ribadisce – Soprattutto Simon è in una situazione igienico-sanitaria preoccupante”.
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