È già allarme siccità in Italia: l’acqua scarseggia e 125 Comuni sono stati costretti a razionarla in vista dei prossimi mesi di fuoco.
Sta succedendo in questi giorni in 125 Comuni della Valle del Po, in allarme anche in prospettiva dei prossimi due mesi di piena estate.
In particolare crisi è il Fiume Po, che sta soffrendo la peggiore secca degli ultimi settant’anni. “In alcuni zone non piove da 110 giorni consecutivi”, ha dichiarato Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità distrettuale del Po.
“Non è caduta neppure una goccia in tutto questo tempo. In diversi paesi già sono in azione le autobotti per l’approvvigionamento”. Un disastro ambientale già previsto durante quest’inverno, troppo, particolarmente caldo per la media stagionale.
Troppo poca la neve sulle montagne quest’inverno, di conseguenza è stato minimo anche il disgelo che avrebbe dovuto approvvigionare d’acqua gli affluenti del Po. Una catena di eventi le cui ripercussioni iniziano a farsi pesantemente sentire; una tragedia soprattutto per l’agricoltura, che vede a secco acquedotti e falde acquifere.
Le zone più colpite sono in Piemonte, ben 100 i comuni a rischio, mentre altri 25 si trovano in Lombardia. Purtroppo il rischio siccità si sta allargando in tutto i Nord Italia; anche nelle zone di Ferrara i cittadini sono già stati invitati ad utilizzare men acqua possibile, o si rischia più in là di rifornirsi d’acqua alle autobotti, bidoni alla mano.
Una piaga che si abbatte già da qualche anno in tutto il sud Italia, dove di media le temperature si alzano maggiormente e dove mancano grandi fiumi, adesso ha colpito anche il nord. Quella del 2022 sarà un’estate rovente e molti saranno messi in ginocchio dal caldo.
Il primo a cadere è stato il comune di Palazzo Canavese, meno di 1000 abitanti. Già a Maggio era scattato il divieto di aprire i rubinetti tra le 23 e le 6 del mattino. La vice sindaca Amanda Prelle ha spiegato: “Abbiamo iniziato molto presto a razionare l’acqua e siamo stati anche criticati per questa scelta, ma la nostra acqua è sorgiva. Arriva per caduta della serra morenica”.
Ha continuato: “Per colpa di questa fortissima siccità che va avanti dall’autunno, le falde si sono quasi prosciugate. Quindi per garantire un servizio efficiente durante il giorno, abbiamo dovuto chiudere durante la notte”.
“Qualcuno è venuto a protestare, non sempre in modo costruttivo. Ma dobbiamo fare i conti con la realtà. L’acqua è un bene primario. Le nostre scelte sono importantissime. In un momento come questo dobbiamo accettare un prato ingiallito e fare a meno di riempire le piscine”.
La situazione non è migliore a Torino: durante quest’inverno è caduto solo un quarto della pioggia media, il semestre più secco dal 1817. Il Lago Maggiore si sta prosciugando, adesso è sotto 20 cm dallo zero idrometrico. Piogge scarsissime anche su tutta la Lombardia, una riduzione delle precipitazioni del 59%. Così soffrono anche le aziende idroelettriche e, di conseguenza ancora una volta, tutta l’agricoltura e la catena produttiva.
Che i ghiacciai si stessero sciogliendo era palese già qualche mese fa: sulle Alpi non è caduta neve quest’anno e sempre più ghiacciai vanno incontro ad una fine certa. Una prospettiva magra per il futuro, insomma.
Ma non siamo i soli a dover fare i conti con la siccità: anche oltreoceano in California, Nevada e Arizona (Stati Uniti) succede la stessa cosa. Razionamento dell’acqua, crisi energetica, incendi. Sono questi gli effetti dell’inquinamento? Probabile. Si spera che il trend possa cambiare al più presto, dato che l’estate non è ancora iniziata e già scatta il divieto di uscita per il ‘troppo caldo’.