La denuncia della professoressa veneziana residente a Padova sul costo dei caffè a Venezia si somma a una serie di altri precedenti in Italia, rendendo di fatto inaccessibile a moltissimi italiani beni alquanto primari come un caffè fuori casa
“Vedo che il conto è di 24 euro! 12 euro a macchiatone. Pago. Pago perché sono scioccata. Pago perché sento che è una truffa e non riesco a reagire”.
Sono queste le parole della professoressa veneziana sul salatissimo conto presentatole in un bar a Venezia.
24 euro per due caffè macchiati presi, per altro, al bancone.
Potete immaginare lo stupore che ha colpito la donna, originaria, per altro, del posto sebbene oggi residente a Padova.
Era in compagnia di un’amica quando lo scorso 9 giugno aveva deciso di fermarsi per prendere un caffè in un bar ai piedi di Rialto.
Un caffè più che amaro salato, e che sarebbe costato la bellezza di 12 euro a persona. La donna non ci sta, prova a chiedere chiarimenti nel bar ma non ne ottiene.
Viene però a scoprire che il caffè in quel posto costa 3 euro, e non 12, ma non riceve spiegazione alcuna da nessuno.
La reazione del titolare del bar
Il proprietario del bar, dal canto suo, ha spiegato di essere totalmente tranquillo e parla di un possibile errore:
“Da noi un macchiatone al tavolo viene 3 euro, 1,20 al bar. I prezzi sono tutti esposti, in quattro listini ben visibili: è impossibile che la signora abbia pagato quella cifra. Fosse capitato a me avrei chiamato i carabinieri”.
E ancora:
“La nostra clientela è veneziana, non abbiamo menù per turisti, non vorrei che la signora abbia pagato lo scontrino errato”
I precedenti in Italia
Non è di certo la prima volta che accadono in Italia eventi simili, anche se questo è indubbiamente il più eclatante.
Recentemente per molto molto meno il proprietario di un locale si è preso una multa da mille euro per aver fatto pagare a un cliente un decaffeinato 2 euro.
La problematica, in quel caso, era stata che il prezzo non era stato correttamente esposto.
In generale la media dei prezzi di beni come il caffè è nettamente in rialzo, e i casi eclatanti sono stati vari, anche segnalati dai turisti.
L’associazione assoutenti ha stilato una lista dei caffè più cari in Italia, e per ora la media più alta si registra in Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.
Anche a Roma il caro prezzi inizia a farsi sentire.
Come il caso denunciato dal giornale spagnolo El Mundo che ha titolato un articolo di denuncia “Roma, capitale dei salassi”.
La denuncia è arrivata da un turista spagnolo che, recatosi in vacanza nella capitale, si è ritrovato a pagare 81,40 euro per due hamburger e due cappuccini:
Sempre nella capitale due turiste giapponesi hanno denunciato sui social qualche anno fa di essere state truffate all’interno del centro storico.
Aveva indignato tutta Italia, infatti, il maxiscontrino da 429 euro per due piatti di spaghetti (inclusi 80 euro di mancia).
Secondo i proprietari del locale era impossibile che le turiste avessero preso solo due piatti di spaghetti allo scoglio, che costano ciascuno 16 euro, ma anche altro.
Ma il conto, in ogni modo, è stato pagato.
Fa piuttosto discutere, recentemente, anche la questione del caro lidi.
In Salento, ad esempio, il caro ombrelloni inizia ad essere particolarmente dibattuto fra i residenti, come il caso del lido extra lusso a Pescoluse dove un gazebo arriva a sfiorare i mille euro.
Un lido indubbiamente di lusso, quello delle Cinque Vele, il cui responsabile ha replicato che sono i servizi proposti a fare la differenza.
Il Salento rimane, comunque, al centro di un vortice di fortissime critiche.
AltroConsumo, infatti, ha calcolato come a Gallipoli affittare un mese di ombrellone costi in media 700 euro.