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Smacco clamoroso per Adinolfi a Ventotene, zero voti e superato dal partito gay | Tutti i precedenti fallimenti

Il leader del Partito della Famiglia commenta il fallimentare risultato come candidato sindaco di Ventotene, attestandosi a zero voti e facendosi superare dal partito gay. E mentre sul web scatta l’ironia, ripercorriamo tutti i fallimenti elettorali di Mario Adinolfi

Continua a far discutere e a suscitare ironia Maria Adinolfi, leader fondatore de il Partito della Famiglia che ha deciso di correre come candidato sindaco per la città di Ventotene.

Portando a casa, però, un risultato tutt’altro che esemplare. Zero voti, per la precisione.

E se questo non dovesse bastare a suscitare ironia, a scatenare le battute sul web il fatto che sia stato sorpassato, sebbene di una sola unità, dallo sfidante Luca Vittori, candidato del Partito Gay Lgbt+.

E Adinolfi, pur commentato con ironia, grida al complotto di “bande mafiose”.

Ma non è la prima volta che Adinolfi deve far fronte a una serie di sconfitte elettorali. Vediamo i precedenti.

Adinolfi sconfitto a Ventotene: tutti i precedenti fallimenti elettorali

Non è la prima volta che Mario Adinolfi deve incassare una sonora sconfitta elettorale.

Il suo curriculum politico (non professionale, ovviamente) non è sicuramente dei più brillanti.

Dopo una prima fase di successi giovanili nell’ambito della militanza cattolica, Adinolfi, dal Partito Popolare Italiano, embrione di quella che divenne la Democrazia Cristiana, fonda un partito tutto suo nel 2001: Democrazia Diretta.

Con il simbolo della chiocciola di internet che contraddistingueva il partito, Adinolfi si candita come sindaco alle amministrative di Roma nel 2001, ma ottiene lo 0,1% delle preferenze (per la precisione 1 587 voti).

Fonda, per il Partito Democratico, Generazione Ucon alcuni blogger under 40 afferenti all’area del centro sinistra.

E’ con la lista di Generazione U che si candida alla guida del partito, ottenendo però solo lo 0,17% dei consensi.

Nel 2008 si candida alla camera con il PD per la circoscrizione Lazio, ma risulta il primo dei non eletti.

L’ennesima candidatura come sindaco di Roma si risolse in un nulla di fatto anche nel 2012. In quell’occasione si propose alle primarie del centrosinistra, ma si ritirò in favore di Gentiloni.

L’ultimo, infine, dei fallimenti, è quello come candidato sindaco di Ventotene, dove prende zero voti con la sua lista del Partito della Famiglia.

Adinolfi commenta la sconfitta: “modalità paramafiose, voti spartiti fra due bande”

Sebbene per un certo verso abbia commentato in modo ilare il fatto che non lo abbia votato neanche il suo cane, il commento del leader del partito conservatore sull’amara sconfitta elettorale è a dir poco pesante:

“Non è riuscito il blitz a Ventotene, hanno vinto le due bande locali spartendosi i 500 voti, lasciando un voto al Partito Gay e nessuno a noi” – ha lamentato su Facebook Adinolf – “Continueremo a batterci contro il malcostume del controllo paramafioso del voto nei piccoli centri meridionali”.

Una proposta, la sua, che non è riuscita a fare breccia sugli abitanti dell’isola culla dell’europeismo.

E che lo ha visto scontrarsi apertamente con Vittori che, come riporta RaiNews, lo aveva attaccato pubblicamente.

Durante la campagna elettorale il candidato del partito Lgbqt+ aveva condiviso uno scatto dell’esponente per la famiglia e la cristianità su un traghetto, ponendo in evidenza come avesse, a suo dire, superato i turisti in fila:

“Guardate è arrivato ultimo e ora sale per primo. Questo è il suo rispetto per il prossimo”.

Adinolfi ha poi attaccato il candidato vincente Caputo, parlando di “controllo militare del voto” dove ha vinto “una guerra fra bande” e aggiungendo “fossi oggi un giornalista un po’ più accorto andrei a vedere il curriculum di Caputo piuttosto che giocare sulle zero preferenze. C’è qualcosa in quella democrazia che non funziona e si chiama controllo del voto”.

Adinolfi in trend su Twitter: dilaga l’ironia sul web

Immediata l’ironia su Twitter per i risultati elettorali a Ventotene.

Fra questi la celebre pagina ‘Le frasi di Osho’, che ironizza sul fatto che non l’abbia votato neanche il parroco:


E ancora c’è chi, modificando la locandina de Il silenzio degli innocenti, ci applica la faccia di Adinolfi titolando: “Il silenzio dei parenti”:


Il comitato Ventotene non ha lesinato i festeggiamenti e gli sfottò verso il candidato sindaco del Partito della Famiglia:


E ancora chi ha ironizzato che l’unico voto al partito LGBQT+ sia stato quello del cane che lo deve sopportare tutto il giorno:


Insomma, l’ironia in merito non è mancata, ed è stata tale da far finire Adinolfi fra le prime tendenze sul social. 

Martina De Marco

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