Mentre gli inquirenti cercano di unire i tasselli del puzzle in merito al decesso della piccola Elena Del Pozzo, emergono nuovi agghiaccianti dettagli sul presunto movente dell’omicidio
Quello che si pensava essere un sequestro si è invece rivelato uno spietato omicidio. E, ora dopo ora, emergono dettagli sempre più agghiaccianti sulle ultime ore di vita della piccola Elena Del Pozzo e sulle possibili ragioni dietro al gesto estremo della madre, che le ha tolto la vita a soli 4 anni.
La bimba, che tra pochi giorni avrebbe festeggiato il suo quinto compleanno, è stata trovata morta nel Catanese dai carabinieri, recatisi sul luogo nel quale il corpicino di Elena si trovava guidati proprio dalla madre Martina Patti, la quale poche ore prima ne aveva denunciato il rapimento. Troppe però, nel corso degli interrogatori, le incongruenze nel suo racconto, tali da spingere gli inquirenti a spingerla a confessare la verità; la donna, che era andata a prendere sua figlia all’asilo, l’avrebbe uccisa con un coltello cercando poi di nascondere il corpo, seppellendolo usando la cenere dell’Etna.
Secondo quanto affermato dalla Procura di Catania nel corso delle indagini che proseguono ininterrottamente da ore, il quadro era quello di una “famiglia non felice, in cui la gioia della figlia non ha compattato la coppia”. Parole del colonnello Piercarmine Sica, comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Catania, pronunciate nel corso di una conferenza stampa durante la quale è stato escluso “che vi sia il coinvolgimento di altri”. Ma non è tutto: la Procura di Catania ha avanzato le prime ipotesi legate al possibile movente del gesto. Se da un lato Martina Patti ha dichiarato di non sapersi spiegare perchè l’abbia fatto, gli investigatori ritengono che il movente potrebbe esserci e si tratterebbe della gelosia.
Nello specifico di “una forma di gelosia nei confronti dell’attuale compagna dell’ex convivente”. Martina, si ipotizza, non tollerava che alla donna “si affezionasse anche la propria figlia”. Resta però da accertare tutto questo interrogando la madre 23enne, la quale al momento non ha chiarito il movente. Il comandante dei carabinieri Rino Coppola, autore di queste dichiarazioni, ha aggiunto che “siamo in una fase dove manca il contraddittorio tra le parti e e potrebbero emergere aspetti ulteriori. Siamo ancora in fase di approfondimento investigativo”. Anche Sica ha sottolineato che il movente potrebbe “essere la gelosia nei confronti della nuova compagna dell’ex convivente ma anche per l’affetto che Elena mostrava nei confronti della donna”. La 23enne è però “rimasta sul vago, come se non si fosse resa conto di quello che ha fatto. È come se avesse detto ‘l’ho fatto ma non so perché'”.
I carabinieri hanno capito che l’ipotesi del rapimento non era veritiera grazie alle telecamere. La madre ha detto che la bimba sarebbe stata sequestrata da un gruppo di uomini incappucciati ma “nonostante una strenua difesa ad oltranza della propria versione”, la videosorveglianza ha mostrato ben altro. “Le prime risultanze investigative – ha affermato la Procura di Catania – hanno consentito di accertare la mancata corrispondenza al vero del fatto denunciato, attesa l’assenza di gruppi ‘armati’ in via Piave nelle fasce orarie indicate”.
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