Si moltiplicano i casi di drammi, o di tragedie sfiorate nei mari italiani: gli ultimi casi sono quelli di un 18enne salvato in extremis da un bagnino eroe e della morte di una bimba di soli 5 anni
Una vita salvata in extremis prima che il mare se la portasse via, grazie all’aiuto di un bagnino che ha messo a repentaglio la sua, ed una vita invece sottratta a questo mondo dalle acque salate che lambiscono la nostra penisola. Con l’arrivo del caldo il numero di persone che trascorrono i pomeriggi in spiaggia è aumentato esponenzialmente e con esso le tragedie, o le tragedie sfiorate solo per una manciata di minuti.
Basti pensare alla morte, pochi giorni fa, del 42enne marocchino Rahhal Amarri, che senza pensarci due volte si è tuffato in acqua per salvare due bimbi che stavano annegando, facendo così tanta fatica da perdere la vita poco dopo averli tratti in salvo, a causa di un malore fatale.
Bagnino si tuffa e salva un 18enne: “Non mi ha nemmeno detto grazie”
Ebbene quella tragedia ha rischiato di ripetersi pochi giorni dopo, come raccontato da Il Messaggero: è accaduto mercoledì scorso quando un bagnino si è tuffato in acqua a Tarquinia dopo aver visto un 18enne in diffcoltà che, senza il suo aiuto, sarebbe quasi certamente morto. Protagonista di questo salvataggio è il 26enne Jacopo Vandini, residente a Civitavecchia e bagnino presso lo stabilimento Er Corsaro a Sant’Agostino. Jacopo senza esitazione si è tuffato per trarre in salvo il 18enne che si trovava al largo nonostante la bandiera rossa. Il bagnino è riuscito faticosamete a portarlo riva ma poco dopo si è sentito male ed è stato trasportato all’ospedale San Paolo dove ha ricevuto due giorni di prognosi ed una visita dal cardiologo.
La ricostruzione dei fatti: “Così ho salvato il 18enne”
È sttato lui stesso a raccontare l’accaduto: “Quando sono uscito dall’acqua non mi sentivo più le gambe, mi girava la testa La forte corrente aveva creato delle buche di qualche metro anche vicino alla riva e il giovane rischiava di annegare non trovando appoggio sotto i piedi. Ho dovuto letteralmente lanciarlo a terra: si era paralizzato e continuava a ripetermi che non ce la faceva più a nuotare. Io anche ero stremato, nonostante ho fatto anni di nuoto. Non riuscivo a rientrare. Ho tentato il tutto per tutto, andando sott’acqua e spingendolo sulla sabbia dove avrebbe toccato.
Per fortuna bene, altrimenti non so come sarebbe finita”. Jacopo ha anche sottolineato di non aver ricevuto nemmeno un grazie: “Non ho ricevuto ringraziamenti né da lui né dai suoi genitori, ammesso che gli abbia raccontato quanto avvenuto. Ma non mi interessa. A quell’età i ragazzi si sentono onnipotenti, ma bisogna educarli. Bisogna fargli capire che quando c’è bandiera rossa non si può fare il bagno perché si rischia la propria vita e si mette a repentaglio quella di coloro che sono deputati a intervenire”.
Trovata in mare in fin di vita: la piccola Vittoria morta a 5 anni
Ben peggiore è stato invece l’epilogo dell’incidente avvenuto a Torre Annunziata dove è morta una bimba di soli 5 anni. La piccola si era smarrita in spiaggia e solo dopo lunghe e ininterrotte ricerche condotte sul litorale della provincia di Napoli, nell’area ubicata nelle vicinanze del lido Risorgimento è stata trovata, purtroppo in condizioni disperate. Per poi morire nell’ospedale di Castellammare. Secondo la ricostuzione dei fatti (La Procura ha aperto un fascicolo sul caso e i carabinieri stanno indagando) si trovava in spiaggia con mamma e sorellina, precisamente sul lungomare Marconi di Torre Annunziata.
L’allarme è stato dato verso le 14 quando la madre si è resa conto della sua assenza e immediatamente i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, supportati da mezzi della Capitaneria di Porto e da imbarcazioni private, hanno avviato le ricerche. È stato un battello della Guardia Costiera ad individuare il corpo in acqua di Vittoria. Era ancora viva ma in gravissime condizioni; ne è stato dunque disposto il trasferimento all’ospedale di Castellammare di Stabia. Ma ogni tentativo di salvarla di è rivelato vano.