L’assurdo gesto della donna che attualmente, secondo il suo avvocato, verso in un totale stato confusionale, ha shockato tutta la comunità. La nonna del piccolo: “Non aveva mai dato segni di squilibrio”
Un’indagine blindatissima quella del sostituto procuratore modenese Pasquale Mazzei, incaricato dal procuratore Luca Masini di far luce su questa assurda quanto tragica vicenda.
Siamo a Soliera, in provincia di Modena. E’ il 31 maggio e sono le 10 e 20 del mattino quando si sentono delle grida disperate:
“Un bimbo è caduto da un balcone! Chiamate i soccorsi!”.
Una storia assurda che vede come protagonista Monica Santi, una 32enne laureata in Economia e Commercio che lavorava come baby sitter per il piccolo in questione, un bimbo di 13 mesi.
Ma a shockare in questa vicenda non è solo la caduta in sé, ma la verità emersa a seguito delle dichiarazioni dell’unica testimone: la colf.
Stando alla ricostruzione fatta dalla colf, l’unica testimone in questa tragedia, la donna, originaria di Carpi, avrebbe lanciato il bambino di 13 mesi in modo deliberato dal balcone, sito al secondo piano.
Non una caduta accidentale, dunque, ma un gesto assolutamente volontario.
Ad assistere all’assurda scena la colf, che in quel momento si trovava dentro casa assieme alla baby sitter.
Il bimbo ha riportato un trauma toracico e diverse fratture e si trova, attualmente, in prognosi riservata.
Il piccolo sembra essersi stabilizzato, stando a quanto trapelato dall’ospedale, ma i medici sono cauti prima di fornire prospettive troppo ottimiste.
La Baby Sitter, a seguito della caduta, è stata condotta immediatamente presso la caserma dei Carabinieri di Soliera ma non riuscendo a raccontare, spiegare né ricostruire nulla dell’accaduto.
A comunicarlo è il legale d’ufficio della donna, l’avv. Francesca Neri, che ha dichiarato come la sua cliente sia “sotto choc, fortemente provata, non ricorda niente”.
“L’interrogatorio è durato pochissimo — riferisce l’avvocatessa — perché la mia assistita è in completo stato confusionale, quasi incapace di parlare”.
L’accusa nei confronti della donna è quella di tentato omicidio, proprio in quanto il gesto è stato deliberato e non accidentale.
“Era riverso a terra, sembrava dormisse”, ha dichiarato l’uomo che, per primo, ha trovato il corpo del piccolo per strada.
La donna, come riferito dall’avvocato, lavorava otto ore al giorno da gennaio presso la famiglia.
Non si sa null’altro se non che, fino ad ora, non avesse dato segni di squilibrio, come dichiarato dalla nonna del piccolo:
“Non aveva mai dato segni di squilibrio” ha chiarito la signora. “Siamo scioccati — ha aggiunto — è una cosa troppo brutta da raccontare. Non posso dire altro, ci sono indagini in corso”.
I genitori – una giovane coppia, lei volontaria, e tutti i nonni impegnati in attività commerciali – sono in attesa di ricevere buone notizie dall’ospedale Maggiore.
Attualmente la Santi si trova in stato di detenzione in attesa che arrivi l’udienza di convalida.
Il sindaco di Soliera Roberto Solomita ha dichiarato:
“Sono choccato, è una vicenda che per ora è incomprensibile: bisogna solo attendere che giungano notizie rassicuranti per il piccolo”
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