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Clamoroso balzo di Italexit: il partito di No Vax e No Euro vola al 4,5% | Cosa sta succedendo

Il partito fondato dall’ex senatore del Movimento Cinque Stelle vola nei sondaggi e raccoglie quella che sembra essere l’eredità di Lega e Movimento, con temi che spaziano dal sovranismo alle politiche No Vax. E capta, soprattutto, le adesioni degli scontenti nel governo Draghi

Chi credeva che il calo nei sondaggi dei movimenti populisti in Italia fosse il segnale che l’era del malcontento in politica fosse terminato, dovrà ricredersi.

E a smentire l’ipotesi della fine di questa era è il 4,5% su cui è riuscito ad attestarsi Italexit, il partito fondato da Gianluigi Paragone, senatore eletto con il Movimento Cinque Stelle.

Rimangono pur sempre sondaggi che, come spesso accade, vengono confutati dalla realtà. Ma il dato è a dir poco interessante e merita di essere analizzato.

Dal No Vax al No Euro: il partito Italexit vola nei sondaggi

Il  giornalista e conduttore Gianluigi Paragone venne espulso dal Movimento Cinque Stelle dopo una serie di contese aperte con la leadership.

Ma la goccia che fece traboccare il vaso fu il suo voto contrario alla legge di Bilancio che venne varata dal II Governo Conte.

Sei mesi dopo, eccoci qui, con un partito fondato da Paragone in persona e che sta raccogliendo fra le sue file gli scontenti di Lega e Cinque Stelle. E non solo.

Lo scopo dichiarato di Paragone al momento della fondazione del suo Italexit è stato quello di voler portare l’Italia fuori dall’Eurozona e fuori dall’Europa, come d’altronde lo stesso nome suggerisce.

Recentemente Paragone si è fatto notare per alcuni tafferugli messi in piedi fuori Palazzo di Città, quando in occasione di alcune proteste contro il Presidente del Consiglio, l’ex pentastellato ha iniziato a sgomitare fra i cordoni della polizia urlando:

“O mi arrestate o mi fate passare, sono un senatore”.

Non poteva poi Paragone non approfittare del conflitto in Ucraina. Solo dieci giorni fa, a Roma, ha messo in piedi un presidio contro l’invio delle armi in Ucraina, riprendendosi con lo smartphone nel bel mezzo di una lite proprio come fece in occasione delle precedenti proteste.

Una sorta di campagna elettorale che Paragone sta portando avanti da due anni, scendendo in piazza accanto ai ristoratori quando entrarono in vigore le restrizioni anti Covid, poi protestando contro Green Pass e obbligo vaccinale, il tutto sotto l’egida dello slogan:

“Siamo in dittatura”. 

Uno slogan, questo, che ha fatto facilmente piglio sulle frange più estreme e complottiste di Pentastellati e Leghisti, che nel partito di Paragone hanno trovato riconoscimento e comprensione.

La scorsa estate, infatti, Paragone figurava fra gli organizzatori di una fiaccolata contro il Green Pass obbligatorio accanto ai maggiori esponenti della Lega, quali Claudio Borghi, Simone Pillon, Alberto Bagnai e persino Vittorio Sgarbi.

Assieme ai No Vax non manca di organizzare un Sit in a Milano con accanto Luc Montagnier, premio nobel per la medicina.

Le file di Italexit si ingrossano con i delusi di M5S, Lega e Fratelli d’Italia

Fra i sostenitori anche qualche fuoriuscito dal Movimento, come la parlamentare eletta con il Movimento Cinque Stelle Jessica Costanzo.

Ma non solo. Fra i supporter ex pentastellati più accaniti troviamo anche Carlo Martelli Mario Michele Giarrusso.

Ma nuovi membri arrivano anche dalle file leghiste, come il senatore William De Vecchis, ma anche da parte di alcuni eletti con Fratelli d’Italia.

Sul piano locale, infatti, due consiglieri meloniani hanno abbandonato FdI per entrare nel rivoluzionario progetto di Paragone.

A mollare la Meloni in favore di Italexit sono stati Sonia Sigurtà, consigliera comunale di Calco, in provincia di Lecco, e Stefano Buzzi, l’assessore di Lodi fatto fuori dalla sindaca Sara Casanova.

Nonostante l’esperienza milanese sia finita malissimo, con un 2,99% ottenuto come candidato sindaco di Milano, Paragone non ha voluto arrendersi.

E sui social i numeri diventano sempre più spaventosi. Su Facebook è seguito da ben un milione e mezzo di persone, fra una battaglia contro i vaccini, il complotto del Covid, questioni legate alla guerra in Ucraina, la sua lotta contro “il vergognoso esproprio ai balneari” e persino suggerimenti utili su come ripararsi da un attacco nucleare.

Martina De Marco

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