Il caso della ginecologa Sara Pedri potrebbe essere prossimo ad una svolta: decine di persone sono impegnate da ore in una massiccia operazione di ricerca. Ecco dove
Sono ore che potrebbero risultare determinanti per il caso della giovane ginecologa di Forlì scomparsa nel nulla il 4 marzo del 2021. Ad oltre un anno dalla sparizione di Sara Pedri è stata avviata da diverse ore una massiccia operazione di ricerca, avvalendosi dell’ausilio di decine di uomini, concentrandosi propri sulla zona dalla quale scomparve, ovvero l’area del lago di Santa Giustina.
Sono oltre quaranta gli operatori specializzati che, a partire dai pochi indizi raccolti, su tutti l’auto trovata nelle vicinanze del lago, a poca distanza da un ponte, stanno perlustrando l’area palmo a palmo, mentre la famiglia della giovane continua a sperare che il caso possa avere al più presto un epilogo.
Ricerche di Sara Pedri, nuova operazione nel luogo della scomparsa
Come emerso nel corso delle indagini, prima della sua scomparsa da Cles, la donna era stata vittima di una serie di pesanti episodi di mobbing. Il tutto si è era verificato nel luogo nel quale da poco aveva iniziato a lavorare ovvero l’ospedale Santa Chiara di Trento. E gli investigatori ritengono che, anche se ogni dettaglio vada ancora accertato, possa aver deciso di togliersi la vita proprio in conseguenza di tali episodi. Tra i soccorritori impegnati nelle ricerche vi sono gli uomini del Soccorso alpino stazione Val di Non ma anche numerosi vigili del fuoco volontari provenienti da Revò, Cles, Banco e Cagnò, che hanno portato quattro gommoni ed un ecoscandaglio, dal momento che non si esclude che, in caso di suicidio, il corpo di Sara possa trovarsi proprio nelle profondità del lago.
Con loro operano i militari della Guardia di Finanza e gli esperti del Soccorso Alpino di Tione insieme a sette cani, tre dei quali specializzati nella ricerca di cadaveri e quattro nella ricerca generica. A completare il maxi team di ricerca vi sono infine i carabinieri delle stazioni di Rumo, Novella e Borgo d’Anaunia; a coordinare l’operazione è il comando della compagnia di Cles, con direzione del Commissariato del Governo di Trento il quale ha attivato un piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse in merito al quale le ricerche della donna stanno proseguendo.
Mobbing in ospedale: raccolte le testimonianze di una dottoressa e di un’infermiera
Il caso è nel frattempo finito anche nelle aule dei tribunali dato che lo scorso 11 aprile nel Palazzo di giustizia di Trento si è tenuta un’udienza nel corso della quale, nell’ambito del procedimento legato a presunti maltrattamenti sul luogo di lavoro da parte dell’ex primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, e della vice Liliana Mereu, sono state ascoltate le testimonianze di una dottoressa e di un’infermiera.
Il processo vede coinvolte ventuno parti offese: tra di loro è presente anche Sara Pedri, oltre a nove testimoni, tutti colleghi della donna, ovvero ostetrici e medici. La Procura di Trento ha richiesto l’incidente probatorio allo scopo di evitare la “vittimizzazione secondaria dei testimoni”. Da quanto emerso nel corso dell’udienza, alla quale erano presenti i genitori di Sara, sarebbe stato confermato da parte delle due professioniste interpellate il clima di tensione che si viveva nel reparto nel quale la Pedri lavorava.