La casualità dell’atto rende questo omicidio difficile da comprendere e interiorizzare. L’unica colpa della vittima, infatti, quella si trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato
Una morte assurda, una fatalità del destino talmente irrazionale che se non fosse stata documentata dalle telecamere di sicurezza avrebbe fatto brancolare nel buio gli inquirenti quella di Brunilda Halla, una donna originaria dell’Albania sposata in Italia con due figli.
Ha avuto un’unica colpa, Brunilda, ossia quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Precisamente sotto casa sua a Vittoria, in provincia di Ragusa, dove il raptus di uno sconosciuto ha posto fine alla sua vita per una casualità che fa venire i brividi.
Erano le 12.50 di mercoledì quando Brunilda, uscita dalla sua abitazione in via Firenze, una delle strade centrali del paese, prima di spostarsi chiude a chiave la porta di casa, in cui si trovava il figlio più piccolo.
Il caso porta l’assassino a passare su quella via. Cammina, arriva all’incrocio e lo supera, poi si ferma e torna indietro.
E’ in quel momento che si appropinqua alle spalle della donna e, senza dire nulla, tira fuori un coltello e inizia ad infliggerle diverse coltellate sulla schiena.
Sette, per la precisione. La vittima si accascia, tentando invano di entrare in casa per chiedere aiuto, mentre il killer scappa dalla scena del crimine.
Sono le urla della povera donna ad attirare l’attenzione dei vicini. Qualcuno di loro, allarmato dalle grida, vede il corpo di Brunilda e chiama il 118.
Una corsa in ambulanza verso l’ospedale nel disperato tentativo di salvarla, invano. Presso la struttura ospedaliera locale, infatti, la donna arriva già senza vita.
Le indagini sono state rapidissime. In meno di cinque ore, infatti, il reparto operativo dei Carabinieri di Vittoria capisce l’assurda verità dietro la tragica morte della donna.
Il comandante del Reparto, Giovanni Palatini, chiarisce l’accaduto: “Se avessimo dovuto effettuare un arresto sulla base del movente, allora non avremmo ancora preso nessuno“.
E’ stato infatti grazie alle telecamere di sicurezza e alla collaborazione dei cittadini che si è riusciti a ricostruire l’amara verità: si tratta di un omicidio casuale.
Attraverso le indagini, infatti, si è appurato come fra l’omicida e la vittima non vi siano mai stati contatti di alcun tipo, come chiarito da Fabio D’Anna, il procuratore di Ragusa.
Anche il pm ha chiarito i contorni di questo assurdo omicidio: “il fatto non è da ricondursi a dinamiche tipiche del femminicidio”.
Nessuna vendetta, né premeditazione verso la vittima, che si è trovata semplicemente, per un amaro caso del destino, sulla strada di un uomo che, in preda ad un raptus, le ho sottratto la vita.
Dopo l’analisi delle videocamere di sicurezza i Carabinieri hanno identificato l’omicida.
Si tratta di un uomo del posto, che appartiene per altro a una famiglia della “borghesia locale”, come la definisce il Messaggero.
Portato in caserma, dopo aver negato inizialmente l’accaduto, è arrivata la confessione: “In un secondo momento, probabilmente segnato dal peso del gesto compiuto, ha chiesto di essere interrogato dal magistrato per rendere una piena confessione”.
L’assassino ha fatto ritrovare anche l’arma del delitto, che aveva nascosto per seminare le sue tracce.
Francesco Vinciguerra, l’avvocato dell’aggressore, ha spiegato i retroscena dell’accaduto: “era uscito di casa con un coltello che aveva comprato online con l’intento di vendicarsi della comunità di Vittoria che, era convinto, lo avesse emarginato e ha colpito la prima persona che ha incontrato, sarebbe potuto accadere a chiunque di essere la vittima”.
E’ il suo legale a definirlo “un ragazzo malato, non un criminale” che nel 2016 aveva subito un TSO.
Per tale ragione l’avvocato chiederà che venga disposta “una perizia psichiatrica che attesti il suo stato di salute mentale”.
Intanto Brunilda non c’è più, uccisa da un assurdo scherzo del destino.
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