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Addio a Ciriaco De Mita: chi è stato il segretario DC che fece staffetta con Craxi

L’ex premier e segretario si è spento ad Avellino, la città nella quale ricopriva il ruolo di primo cittadino

Ci lascia a 94 anni Ciriaco De Mita, ex presidente del consiglio e segretario della DC.

A rendere nota la notizia Walter Vigilante, il vicesindaco della città di Avellino di cui De Mita era sindaco.

Ed è proprio in provincia di Avellino che il politico si è spento, nella casa di cura Villa dei Pini, e non nella sua abitazione a Nusca come inizialmente si era creduto.

Proprio lo scorso febbraio, come segnala l’Ansa, Ciriaco De Mita era stato sottoposto a un intervento chirurgico a causa della frattura del femore verificatasi dopo una caduta in casa.

De Mita è stato a tutti gli effetti un pezzo della storia politica italiana. Dall’esperienza come premier a quella nei panni di segretario della DC, ecco chi era Ciriaco De Mita.

Ciriaco De Mita, una vita per la politica

Nato il 2 febbraio del 1928 a Nusco, in provincia di Avellino, De Mita fin da piccolissimo decide di accostarsi al mondo della politica.

“Avevo 8 o 9 anni. A Nusco il regime mandò dei confinati. Venivano nella bottega di mio padre, che era sarto, chiudevano le porte e chiacchieravano. Ma il mio primo maestro di politica fu il preside della scuola media, un sacerdote. […] Capii le colpe del re e del regime, e che non bastava volere la caduta del fascismo e la fine della monarchia. Il punto era che dovevamo perdere la guerra”, dichiarò in un’intervista a Stefano Cappellini.

Dopo una militanza da giovanissimo negli ambienti della democrazia cristiana De Mita inizia, come molti, il suo percorso politico effettivo partendo dalla politica e l’associazionismo giovanile.

Come raccontò lui stesso, a metà degli anni Quaranta De Mita era il presidente dell’Azione Cattolica, fino a quando nel ’46, pur non potendo votare, si attiva nella campagna elettorale per l’Assemblea Costituente nella quale, come è noto, la DC non diede indicazione di voto.

Anni complessi, quelli a ridosso del ’46, in cui De Mita si scontra con il padre, sarto di professione e sostenitore della monarchia. Il politico, invece, era a favore della democrazia, e cercava in ogni modo di fare propaganda.

La questione si risolse con la decisione del padre che disse “a tavola non si parla più di politica”.

Si iscrive poi, grazie a una borsa di studio, alla facoltà di Giurisprudenza presso la cattolica di Milano, dove iniziano i primi dibattiti politici e accademici.

De Mita si trova, all’età giusta, nella giusta congiuntura. Siamo nel ’52/’54, anni in cui la Democrazia Cristiana iniziava a dirigersi verso un ricambio generazionale.

Proprio nel ’54 muore De Gasperi, evento di cui De Mita dirà: “Nella mia vita ho pianto due o tre volte. Una di queste è stata quando è morto Alcide”. 

E’ lui, poi, ad ipotizzare un’alleanza con i socialisti dopo la rottura fra il Psi e il Pci derivante dall’invasione dell’Ungheria.

Alleanza che non piacque agli esponenti del mondo ecclesiastico, che decisero di boicottarlo nella sua candidatura alle elezioni del 1958.

Fu alla fine di quella campagna elettorale che De Mita arrivò a denunciare in piazza la vendita di preferenze da parte dei vescovi.

Poi l’avvicinamento al centrosinistra, e le lezioni politiche di Moro, definito da De Mita come “il gestore della Dc più raffinato” con “una spiccata intelligenza operativa”.

Il resto è storia. Gli anni a seguire sono difficilissimi, ed è in quel contesto che De Mita ricopriva il ruolo di sottosegretario agli Interni.

Poi il rapimento di Moro, e la linea di fermezza che il Pci e la DC decisero in modo inamovibile.

Poi il crollo. Con la morte di Moro l’accordo viene meno. Scoppiano, mel frattempo, gli scandali dei legami dei partiti con la P2.

In quel caos De Mita tentò di prendere il controllo attraverso assemblee e incontri.

E’ il 1984 quando la DC ha un tracollo politico e De Mita opta per una coalizione con Craxi.

Alla fine si arriva a tangentopoli, che De Mita riesce a traversare indenne, per poi aderire al Partito Popolare, poi alla Margherita e alla fine, nel 2006, al PD, da cui però si distaccò non appena due anni dopo.

Alla fine De Mita entra in Parlamento Europeo e, a sorpresa, viene eletto nel 2014 sindaco di Nusco, sua città natia.

Lascia la moglie Anna Maria Scarinzi e 4 figli: Antonia (1967), Giuseppe (1969), Floriana (1973) e Simona (1974).

Ciriaco De Mita è stato presidente del consiglio nell’88-89, ma ricoprì la carica di ministro per tantissimi anni, e divenne deputato già nel ’63.

Martina De Marco

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