Davvero agghiacciante la storia di Daniele Carlomosti, attore di giorni e ‘Bestione’ di notte, boss della malavita di La Rustica.
Daniele Carlomosti, romano, 44 anni. Aveva una passione per le telecamere, tant’è che è apparso sul set di ‘Romanzo Criminale’ come comparsa. E l’ironia della sorte lo vuole uno dei peggiori criminali del quartiere La Rustica, nel V Municipio di Roma Capitale.
Altri lo ricorderanno per la sua apparizione in ‘Come un gatto in tangenziale’, di Antonio Albanese. Aveva scattato tante foto sul set, con Albanese e Claudio Amendola; a cinecittà ci stava di casa e non sono mancati i selfie con Christian De Sica, Alessandro Gassmann, Tom Hanks, la partecipazione in ‘Gangs of New York’ con Leonardo Di Caprio.
Eppure Carlomosti detto ‘Bestione’ fuori dal set aveva una doppia vita, e le indagini su di lui sono scattate nel Novembre 2017. Carlomosti non aveva paura di usare la violenza, addirittura aveva tentato di uccidere il fratello per il predominio dello spaccio a La Rustica. E a predominare ci è riuscito.
Aveva messo su una squadra di 14 persone, che facevano girare centinaia di chili di sostanze stupefacenti per la Capitale, con contatti con personaggi del gruppo di Michele Senese detto ‘o Pazzo e di Fabrizio Piscitelli detto ‘Diabolik’, come si legge nell’ordinanza firmata dal gip Tamara De Amicis che ha certificato il lavoro fatto dalla direzione distrettuale antimafia e dai carabinieri di Roma.
L’apice della sua crudeltà è stato toccato nel 2018: un uomo detto ‘Fagiolo’ gli doveva un credito di 64mila euro. Secondo la ricostruzione e le intercettazioni dell’Arma, ‘Bestione’ non ha perso tempo nel passare all’azione e ha allestito una vera e propria stanza delle torture.
“Prendiamo quattro teli e te lo lego con 5 metri di corda. Mo lo incaprettiamo“, dice ‘Bestione’ a uno dei suoi sodali. “Gli devo spaccare le braccia, tutte e due capisci? Perché fa il dj“, continua ancora, pianificando meticolosamente tutto.
Ma la squadra era più che ben preparata. Nella stanza avevano preparato tutto: tavolo e appoggi per pinze, tronchesi, trapani, mazze. E ancora il pavimento, le pareti e il tetto, tutto era stato ricoperto con dei teli di cellophane, in modo da eliminare efficacemente macchie di sangue, senza lasciarsi dietro alcuna prova.
“Fagiò io ti taglio le dita con le tronchesi” lo aveva minacciato prima del fattaccio. Il malcapitato si chiama Maurizio Cannone, un pusher indebitato con i pezzi grossi della mala romana, che non aveva saldato con il gruppo un debito di 64mila euro per una fornitura di hashish.
‘Fagiolo’ è stato aggredito in casa -svaligiata nel frattempo dagli scagnozzi di ‘Bestione’- e preso in ostaggio in attesa che la famiglia ripagasse il debito. Sono passate 6 ore di torture tra botte e umiliazioni, durate le quali la gang mandava foto e video alla famiglia di ‘Fagiolo’.
Dopo 6 strazianti ore, la famiglia aveva ripagato parte del debito e lo avevano lasciato andare. L’uomo si era recato in ospedale poco dopo, dichiarando di aver avuto un incidente d’auto. Nei giorni seguenti ‘Bestione’ aveva continuato a chiedere il resto della cifra e, arrivati a circa 20mila euro, si erano accontentati.
Il giro Carlomosti è però stato sventato dalle indagini della Dda; l’episodio è stato accertato dalle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci che due giorni hanno sgominato l’organizzazione capeggiata dal “bestione”: con sei persone finite in carcere, otto ai domiciliari e 31 indagati.